Le vendette del Mani
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Le vendette del Mani
Il Mani è un posto strano e affascinante.
Un luogo pieno di contraddizioni, di bellezza, ma soprattutto di orgoglio.
I Maniati sono davvero figli della loro terra, una terra arida, dove non cresce quasi niente, unforgiving, una terra dove si può sopravvivere solo con la forza.
Da qui discende il machismo maniate e da qui proliferano tutte quegli usi che si trovano in contesti geografico-culturali analoghi.
Non è improbabile andare in giro per il Mani e trovare foto di famiglia esposte in pubblico con membri con in braccio un fucile o delle pistole.
Questa foto proviene da Areopoli, da un ristorante molto frequentato. Il fatto che il padrone si senta a suo agio nel mostrare una foto del genere di un suo figlio (o nipote che sia), la dice lunga su quale sia il bagaglio culturale di questa regione di Grecia meridionale.
Capire cosa sia il vero Mani senza conoscere un po' la realtà del Sud Italia è davvero difficile. E nel bene o nel male noi Italiani siamo, appunto, quelli che possono capire meglio di tutti il modo di pensare dei Maniati.
Quando mi riferisco al Sud Italia, ovviamente non è per denigrare la realtà, quanto più per dare un'idea dell'esempio che, a mio modesto parere, è il più calzante. Mio padre è siciliano e ha lo stesso genere di orgoglio legato alla famiglia, però logicamente con ciò non intendo generalizzare in alcun modo la Sicilia odierna.
Torniamo al Mani.
Le vendette in questa regione di Laconia erano all'ordine del giorno fino a qualche tempo fa (fino a una cinquantina di anni or sono).
In cosa consistevano?
Semplice, una sorta di legge del taglione in salsa risorgimentale, ma della stessa solfa: occhio per occhio, dente per dente.
Anzi, peggio forse.
La tua famiglia uccideva un membro della mia famiglia?
Allora verremo ad annientare la tua famiglia. Nessuna via di mezzo.
Indice
Vendetta o giustizia?
Quando pensiamo ad una vendetta al giorno d'oggi, inevitabilmente la colleghiamo a qualcosa che va contro la legge, specialmente quando si tratta di omicidio come nel caso delle vendette maniate.
Eppure la realtà era differente.
Più che vendetta, la parola che esprimeva meglio questa operazione da parte di una famiglia è giustizia. Almeno per i locali.
Per la famiglia maniate media, perdere un membro era un grosso sgarbo, il quale poteva essere soltanto ripagato in un modo. L'eliminazione della famiglia avversaria.
Guardandola dal punto di vista machista di cui sopra, questa prospettiva è del tutto comprensibile, proprio perché non è possibile sopravvivere nel lungo periodo inginocchiandosi ai soprusi della natura o di altre famiglie.
In questo, i Maniati sono totalmente simili ai loro "cugini" Cretesi.
Le vendette infatti sono state anche una tradizione a Creta per molto tempo. Maniati e Cretesi sono spesso andati in aiuto degli altri durante fasi avverse della storia. E per qualche motivo, hanno conservato spesso le stesse abitudini subculturali.
Cosa si intende per "vendetta"
La parola vendetta di per sé non comunica bene il concetto a mio modo di vedere.
E' una parola ovviamente presa in prestito dall'italiano, ma la parola italiana che meglio esprime il concetto per il Mani è probabilmente faida.
Si perché in generale non si tratta di questioni personali, bensì che operano a livello di clan, o di famiglia.
In questo contesto, è bene non pensare a una famiglia come a un nucleo ben definito di genitori e figli ma in senso molto più allargato.
Il clan contiene al suo interno tutti coloro che sono uniti da legame di sangue. E in un luogo così poco densamente abitato come il Mani, può assumere dimensioni notevoli.
Proprio in quanto faida contro un altro clan, lo scopo delle vendette era uno solo e molto chiaro: eliminare il clan opposto. E molto spesso questo significava eliminare il capo clan, colui che detiene il potere.
Tornando di nuovo al punto di vista strettamente della sopravvivenza, questo ha totalmente senso: taglia la testa al clan e hai sostanzialmente vinto la partita. Una volta fatto ciò, puoi accaparrarti tutte le proprietà dell'altro clan, che ormai ha perso il suo status e quindi non ha più diritto di continuare a vivere nello stesso villaggio.
Il rituale della vendetta nel Mani
Essendo un rituale legato all'onore del clan, le vendette nel Mani avevano un proprio codice, una sorta di rituale. Ovviamente non scritto ma applicato alla lettera.
Per prima cosa, nessuna vendetta cominciava senza un preavviso.
Non si va in giro ad ammazzare gratuitamente, c'è sempre un motivo dietro. Non avrebbe senso altrimenti perché, lo ripeto, non era una questione personale, bensì di livello familiare.
Le campane della chiesa avrebbero poi suonato per rendere ufficiale a tutti nel villaggio la cosa.
Perché tutti lo dovevano sapere?
Semplice, perché le vendette erano combattute senza quartiere: ci si sparava a bruciapelo per strada e prima dell'arrivo della polvere da sparo non erano infrequenti i duelli con la sciabola per i vicoli dei villaggi.
Ci sarebbero stati appostamenti da parte di entrambe le famiglie e dunque nessun luogo era più sicuro per ambo i clan.
Conseguentemente, le famiglie si sarebbero rifugiate nella propria torre.
Proprio quelle torri che oggi vengono usate per turismo, back in the days erano la fortezza della famiglia.
E ora probabilmente capisci quanto radicata era la tradizione della vendetta se in tutti i villaggi del Mesa Mani (il Mani interno) non esistevano altro genere di casa. Non è incredibile quanto questo rituale abbia avuto effetti addirittura sull'evoluzione dell'architettura locale?
Possiamo solo immaginare cosa volesse dire vivere in un paese in cui molteplici torri appartenevano a un clan e altrettante alla famiglia oppositrice. Dev'essere stato uno spettacolo a dir poco straziante.
Spesso e volentieri, le torri avrebbero avuto cannoni con gittate di diverse centinaia di metri, il che significa che potevano abbattere muri di altre torri nel circondario.
Le donne spesso e volentieri erano dedicate alla preparazione della polvere da sparo per i cannoni e purtroppo pure loro erano bersaglio delle faide.
Le faide duravano da qualche settimana a diversi mesi e talvolta anni.
Capisci, dunque, che diventa complicato l'approvvigionamento in una situazione in cui se esci anche solo a fare la spesa ti sparano. Per questo, le provviste erano spesso contrabbandate di nascosto.
La tregua durante la vendetta
Esistevano condizioni per cui una vendetta era messa in pausa?
Per fortuna si.
Ovviamente la tregua, detta *ξέβγαλμα (leggi xevgalma), era temporanea e concessa soltanto in caso di eventi speciali come battesimi, matrimoni, quando c'era da votare, oltre ovviamente alla stagione dei raccolti.
Nel caso però di celebrazioni familiari (battesimi e matrimoni su tutti), esisteva una procedura particolare per potersi muovere liberamente. In tali casi si sarebbe designato uno Xevgáltes, ovvero un uomo appartenente a una famiglia neutrale alla faida, il quale sarebbe andato a prendere il membro della famiglia che doveva assistere alla cerimonia (ovviamente disarmato).
Altre tregue notevoli erano ovviamente quelle dovute a invasioni di Turchi (peraltro sempre respinte nel Mani).
Una delle tregue più lunghe fu quella tra il 1821 e i primi anni del 1830, quando i Maniati (per primi in tutta la Grecia) imbracciarono le armi per iniziare la Rivoluzione Greca proprio a partire da Areopoli, letteralmente la città di Ares.
Come poteva finire una vendetta?
Gli scenari in cui poteva dichiararsi conclusa una vendetta nel Mani erano diversi e alcuni particolarmente interessanti. Vediamoli assieme:
- Caso più prevedibile: la distruzione di una famiglia o comunque del capo clan. In questo caso, i membri rimanenti della famiglia erano costretti ad andarsene perché non avevano più diritto ad alcuna proprietà nel villaggio dove vivevano. Oltre cinquanta villaggi nel Mani devono la loro genesi a questa diaspora post-vendetta.
- In alcuni casi, una famiglia poteva riconoscere di avere torto e chiedere umilmente scusa alla famiglia offesa per placare l'ira. In questo scenario, tutto il clan richiedente amnistia sarebbe andato in visita presso l'altra famiglia baciando le mani ai vincitori, i quali avrebbero potuto dettare i termini di pace.
- C'era anche il caso in cui l'uccisione fosse "casuale" (vuoi perché i membri del litigio avevano bevuto troppo o per motivi simili in cui non c'era dolo intenzionale) e soprattutto se le famiglie erano alleate, allora si procedeva ad una donazione in cambio della perdita.
- Infine, esisteva anche il caso in cui la potenza bellica delle due famiglie si eguagliasse e la faida andasse avanti per un tempo talmente lungo da logorare l'intera comunità locale. In tal caso il consiglio dei Γεροντικοί (gerontikì, ovvero gli anziani) sarebbe andato in prima persona presso entrambe le famiglie per mediare un accordo e far si che finisse lo spargimento di sangue al più presto.
Le vendette al giorno d'oggi
Tutto quello di cui ti ho parlato in questo post fa ormai parte di un passato che non esiste più per fortuna.
Soprattutto negli ultimi anni il Mani sta cambiando molto perché si sta aprendo al turismo di massa dopo essersi reso conto di possedere alcuni dei paesaggi più belli e selvaggi di tutta la Grecia.
In qualche modo però le vendette non sono finite. Si sono solo spostate di sede.
Non è infrequente, infatti, che ora quelle stesse battaglie vengano combattute in un tribunale da avvocati, sempre tra famiglie ovviamente.
Pur essendo un tema che non ha legami col presente, è pur sempre affascinante e se lo trovi interessante, ti consiglio di leggere il libro di Patrick Leigh-Fermor "Viaggi nel Mani", assolutamente illuminante.
Se ti interessa sempre l'argomento culturale del Mani, ho anche scritto un post intero riguardo ai Miroloi ovvero le celebrazioni funebri tipiche di questo strano angolo di Grecia.
Illustrazione in copertina di Δάφνη Χάτηρα