Tasse crociere in Grecia 2025: quanto si paga a Mykonos, Santorini e altri porti? - Grecia Vera

Tasse crociere in Grecia 2025: quanto si paga a Mykonos, Santorini e altri porti?

Roberto Cortese

Grecia: La Nuova Tassa sulle Crociere che Devi Conoscere Subito

Se stai pensando a una crociera nelle incantevoli acque greche, o se hai già prenotato il tuo viaggio con una nave da crociera, c'è una novità che devi assolutamente conoscere.

La Grecia a partire dal 21 luglio 2025 ha introdotto una nuova tassa di sviluppo turistico sostenibile per i passeggeri delle crociere.

Quindi un’altra sorta di tassa di soggiorno?

Più o meno.

In realtà questa è una mossa strategica e oggi ti spiego ogni dettaglio, senza troppi giri di parole.

Te ne parlo con esperienza perché da parecchio tempo organizzo giornate di crociera ad Atene, Mykonos, Santorini, Olimpia, Cefalonia, Corfù, Syros e in tutti i porti dove arrivano le navi MSC, Costa e Royal Caribbean.

Preparati, perché il modo in cui vivrai le tue prossime tappe greche potrebbe essere un po' diverso.


Cos'è questa tassa?

Dimentica le vecchie abitudini.

Dal 1° luglio 2025 (con un rinvio dell'ultima ora al 21 luglio 2025 per alcuni operatori, ma il 1° luglio è la data di riferimento generale per la sua entrata in vigore), la Grecia ha dato il via a una nuova era per il turismo crocieristico.

Nave da crociera al largo di Mykonos

Questo cambiamento in realtà è stato annunciato già verso fine estate 2024, ma mentre molti pensavano che fosse una base di partenza per un negoziato con le compagnie navali, il governo greco è stato inflessibile ed ha applicato esattamente le tariffe proposte un anno prima.

Non è un balzello casuale, ma una vera e propria "tassa di sviluppo turistico sostenibile", come l'hanno battezzata le autorità greche.

Il suo scopo?

Combattere il fenomeno dell'eccessivo affollamento turistico – il cosiddetto overtourism – e finanziare il miglioramento delle infrastrutture in destinazioni che oggettivamente sono state messe a dura prova da milioni di visitatori ogni anno.

In pratica, se sbarchi dalla tua nave da crociera in un porto greco per un'escursione o una visita, ti verrà addebitata una tariffa.

E no, non è inclusa nel prezzo della tua escursione, né è una cosa che la compagnia di crociera assorbe.

Sarà addebitata in maniera anticipata sul tuo conto a bordo, per ogni porto greco.

Poi nel caso in cui tu non scenda ad una determinata destinazione, ti verranno riaccreditati quei soldi.

Questo però significa anche che se la tua crociera tocca più isole greche, potresti trovarti a pagare la tassa più volte, poiché si applica a tutti i porti greci, nessuno escluso.

Chi paga e come funziona?

La tassa, sebbene sia a carico del passeggero, viene riscossa e versata allo stato greco dagli operatori di crociera e dagli agenti marittimi.

Questo rende il processo abbastanza snello per te, il viaggiatore: non dovrai cercare sportelli o macchinette per pagare.

Sarà la compagnia a occuparsene, addebitandoti l'importo sul tuo conto di bordo, di solito la sera prima di ogni scalo in un porto greco soggetto a questa imposta.

È un sistema gestito elettronicamente dal Ministero degli Affari Marittimi e della Politica Insulare, quindi aspettati che sia tutto tracciato e preciso.

Anche perché l’alternativa di mettere un omino a ogni porto per prendere il biglietto di ingresso avrebbe influenzato pesantemente la durata dello sbarco.

Quanto ti costerà davvero? La tabella delle tariffe

Qui entriamo nel vivo della questione.

L'importo della tassa non è fisso, ma varia in base a due fattori chiave: il periodo dell'anno e la destinazione.

E va da se che le isole più iconiche e affollate, come Mykonos e Santorini, avranno un costo decisamente più salato.

Ecco una tabella chiara e concisa che ti riassume la situazione:

Periodo dell'anno Mykonos e Santorini Atene e altri porti greci
Alta stagione (1 giugno - 30 settembre) €20 €5
Periodi di transizione (1 aprile - 31 maggio e 1 ottobre - 31 ottobre) €12 €3
Bassa stagione (1 novembre - 31 marzo) €4 €1

Come puoi vedere, c'è una bella differenza tra sbarcare a Mykonos in pieno agosto e fare una tappa in un porto meno battuto a ottobre.

Questo è il modo in cui la Grecia cerca di "calibrare" la pressione turistica sulle singole destinazioni.

Perché proprio ora?

Nave che si avventura nell'Egeo

La decisione di introdurre questa tassa non è arrivata dal nulla.

È il culmine di anni di dibattiti e preoccupazioni riguardo all'impatto del turismo di massa.

La Grecia, con la sua bellezza mozzafiato e la sua storia millenaria, è una delle destinazioni crocieristiche più popolari al mondo.

Milioni di passeggeri sbarcano ogni anno, e se da un lato questo porta entrate, dall'altro mette a dura prova le infrastrutture locali, l'ambiente e la vita quotidiana degli abitanti.

E soprattutto durante il 2024 sono diventati virali parecchi video che documentavano lo stato di sovraffollamento delle isole o della presenza massiva di navi da crociere di fronte a Mykonos o nella caldera di Santorini.

Il Primo Ministro greco Kyriakos Mitsotakis ha ammesso che la Grecia non ha un problema strutturale di overtourism in generale, ma ha "un problema localizzato significativo in certe destinazioni durante alcune settimane o mesi dell'anno".

E le crociere, con i loro flussi massicci e concentrati, sono state individuate come una delle cause principali di questa pressione.

I fondi raccolti da questa tassa non finiranno in un buco nero.

Verranno ripartiti equamente tra i comuni locali (per finanziare progetti di infrastrutture e turismo), il Ministero degli Affari Marittimi e il Ministero del Turismo.

L'obiettivo è chiaro: migliorare i porti, i servizi di accoglienza, la gestione dei rifiuti e, in generale, rendere il turismo più sostenibile e meno impattante.

In buona sostanza, l’idea è di tassare tutti quelli che hanno intenzione di scendere per pagare la parte di tutti coloro che invece tentano di non spendere nulla o quasi nelle destinazioni dove scendono (ammesso che sia plausibile).

È un tentativo di bilanciare la bilancia tra i benefici economici del turismo e la necessità di preservare queste gemme per le generazioni future.


Cosa significa questo per te, il crocierista?

Per te, il viaggiatore, questa tassa significa deve significare in primo luogo una cosa: consapevolezza.

Non farti trovare impreparato.

Quando pianifichi la tua prossima crociera in Grecia, tieni conto di questi costi aggiuntivi nel tuo budget.

Se Mykonos e Santorini sono tappe irrinunciabili per te, sappi che avranno un costo più elevato.

Potrebbe anche spingerti a considerare itinerari che includano porti meno famosi ma altrettanto affascinanti, soprattutto durante l'alta stagione, dove la tassa è più contenuta.

Questo potrebbe anche regalarti un'esperienza più autentica e meno affollata, assumendo ovviamente che tu possa viaggiare in quei momenti dell’anno.

Le compagnie di crociera stanno già informando i passeggeri e gestendo gli addebiti.

Potresti ricevere comunicazioni via email, trovare dettagli sui loro siti web, o vedere avvisi nei terminal portuali e a bordo.

La trasparenza è fondamentale, e io ti consiglio di controllare sempre le condizioni specifiche della tua compagnia.

La mia opinione: un passo necessario o un ostacolo?

Da osservatore del settore, ti dico che questa mossa, sebbene possa sembrare un fastidio per il portafoglio, è un passo necessario per le comunità locali.

Almeno in teoria.

Cioè assumendo che queste tasse vengano veramente dedicate alle infrastrutture di miglioramento perché nell’aggregato sono davvero un sacco di soldi se ci pensi.

Diciamo che, per sottostimare, ogni nave fa sbarcare mille persone: cinque navi al giorno a Santorini di colpo sono 20.000€ a nave, cioè 100.000€ al giorno.

Moltiplica quei soldi lì per 30 giorni al mese per tre mesi e ottieni la non modica cifra di 9 milioni di euro (che comunque è sottostimata abbondantemente).

Da un lato è vero che l'industria del turismo, e in particolare quella delle crociere, deve affrontare la realtà dell'impatto ambientale e sociale.

Non possiamo continuare a sfruttare le destinazioni fino all'esaurimento.

Sono necessari strumenti adeguati per gestire i flussi di turisti.

L’altro assunto fondamentale di cui nessuno parla è che, spingendo le navi da crociera a fare altre soste, anche altre isole beneficeranno di visibilità, flussi di cassa ingresso, etc.

Questa però è un assunto che si basa sul fatto che tutte le altre destinazioni siano in grado di gestire quel flusso di turisti.

Ma questo è palesemente falso al momento.

Mykonos e Santorini hanno esperienza e già strutture più che adeguate a quel genere di flusso. Sopportare un carico di anche solo una nave significa avere a disposizione parcheggi, trasporti (bus, van, taxi), imprenditori che abbiano esperienza nel campo e che creino quel tessuto connettivo che è poi la rete su cui si appoggia il successo di destinazioni più blasonate.

E al momento, a parte Santorini e Mykonos (togliendo Atene ovviamente), nessuno ha questa infrastruttura ancora più necessaria.

Conclusione

Quindi pagherà questa nuova tassa?

Non lo so, non prevedo il futuro.

I primi effetti sicuramente li comprenderemo alla fine del 2025 quando si tirano le somme.

Da lì si potrà fare un’estrapolazione per il futuro e capire soprattutto come affrontano i crocieristi questo nuovo ostacolo.

Sarà una cosa che cambia poco o niente, o sarà una misura di impatto talmente grande che la Grecia si sta sparando su un piede con questa operazione?

Ai posteri l’ardua sentenza.

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