Epifania in Grecia - Grecia Vera

Epifania in Grecia

Roberto Cortese

Anche in Grecia la prima festività dopo il Natale è l’Epifania, che però qua sia chiama Θεοφανία (theofanìa), ovvero letteralmente l’apparizione di Dio.

Una festa che prende anche il nome di φώτα, cioè luci.

Un sacco di nomi per la stessa festa e oggi ne capiremo il perché.

Sicuramente una festa ancora molto sentita nella tradizione greca, che in questo periodo dell’anno si produce in molte declinazioni interessanti, a partire dalle squisitezze che si mangiano a Natale, passando per le kalante, i kallikantzaroi, il podarikò, Agios Vasilis, le karavakia, i gouria e tutto quello che rende magico questo periodo.

Ma non indugiamo oltre e concentriamoci sull’Epifania in Grecia!

Indice

Cos’è l’Epifania?

L'Epifania, nota anche come Teofania o "Φώτα" in greco, è una delle feste più importanti nella chiesa ortodossa greca. Questa festa, almeno per gli ortodossi, commemora il battesimo di Gesù Cristo nel fiume Giordano da Giovanni Battista, segnando la manifestazione della Santissima Trinità.

Si perché in questo evento appare la trinità:

  • c’è Gesù che deve essere battezzato
  • c’è Dio che parla dal cielo per indicare la venuta di suo figlio
  • c’è una colomba che discende dal cielo (tieni a mente questo dettaglio perché ci tornerà più tardi)
L'icona dell'Epifania ortodossa

Le principali cerimonie associate all'Epifania in Grecia includono il Μεγάλος Αγιασμός (Grande Benedizione delle Acque) e la Kατάδυση του Τιμίου Σταυρού (Immersione della Santa Croce).

Durante la benedizione, che si svolge all'interno delle chiese, l'acqua viene benedetta in ricordo del battesimo di Cristo.

Successivamente, il rito dell'immersione della croce si svolge in un ambiente acquatico, come il mare, i fiumi, i laghi, o in mancanza, in bacini artificiali, basta che ci sia acqua.

Un sacerdote lancia una croce nell'acqua, e i partecipanti, generalmente giovani, si immergono per recuperarla, simboleggiando la benedizione e la purificazione.

Ma dopo lo approfondiremo meglio questo rituale.

La festa ha anche un aspetto politico, con la presenza delle autorità locali durante le cerimonie. In alcune aree, come nel Pireo, queste tradizioni sono state istituite fin dal 1900.

Inoltre, l'Epifania è caratterizzata da altre tradizioni, come il canto dei Kalanda (canti natalizi) la sera prima della festa e il rito della benedizione delle case, dove i sacerdoti benedicono le abitazioni dei fedeli.

Quando cade l’Epifania?

Qui in Grecia l’Epifania cade il 6 gennaio esattamente come per la chiesa cattolica. Come vedremo tra poco, però, non è così per tutti gli ortodossi 😅

Differenze con l’Epifania cattolica

  1. Data e Calendario: Entrambe le chiese celebrano l'Epifania il 6 gennaio. Tuttavia, alcune Chiese ortodosse, come quella russa e serba, seguono il calendario giuliano, per cui la loro Epifania cade il 19 gennaio secondo il calendario gregoriano.
  2. Simbolismo e Celebrazione: Nella Chiesa cattolica, l'Epifania è comunemente associata con la visita dei Magi a Gesù bambino, simboleggiando la manifestazione di Cristo al mondo non ebreo. Nella tradizione ortodossa, invece, l'accento è posto principalmente sul battesimo di Gesù nel fiume Giordano, celebrando la sua manifestazione come Figlio di Dio e la rivelazione della Santissima Trinità.
  3. Riti e Tradizioni: Un aspetto unico dell'Epifania nella tradizione ortodossa è il rito della Grande Benedizione delle Acque. Questo rituale comporta la benedizione dell'acqua e, in molte comunità, l'immersione di una croce in un corpo d'acqua, con i fedeli che si tuffano per recuperarla. Questa tradizione simbolizza la purificazione e il rinnovamento spirituale. In confronto, tali pratiche non sono comuni nella celebrazione cattolica dell'Epifania.
  4. Focalizzazione Teologica: L'ortodossia pone un'enfasi maggiore sulla partecipazione comunitaria nei riti e nei sacramenti, mentre la tradizione cattolica tende a enfatizzare l'esperienza individuale dei sacramenti. Ad esempio, nell'ortodossia, la confessione è meno formale e meno frequente rispetto alla pratica cattolica.

Luce e acqua: ma perché?

La celebrazione dell'Epifania nella tradizione ortodossa è profondamente simbolica, con particolare enfasi su due elementi: la luce (φώς) e l'acqua.

Questi simboli hanno radici profonde nella teologia e nella liturgia ortodossa e sono carichi di significato.

1. La Luce: L'Epifania è anche conosciuta come "Φώτα" come anticipavo prima, che significa "le luci". Questo nome deriva dal concetto di Gesù Cristo che viene rivelato come la "luce del mondo" durante il suo battesimo. Il battesimo, secondo la dottrina cristiana ortodossa, è visto come un momento di illuminazione spirituale, in cui la luce di Cristo illumina l'oscurità del mondo. Se ci pensi, è il momento in cui diventi cristiano, cioè diventi illuminato in una certa misura (rispetto ai non credenti, si intende)

2. L'Acqua: L'elemento dell'acqua è centrale nelle celebrazioni dell'Epifania, soprattutto nel rito della Grande Benedizione delle Acque. Questo rito commemora il battesimo di Gesù nel fiume Giordano. Nella tradizione ortodossa, l'acqua è simbolo di purificazione e rinnovamento. L'acqua viene benedetta e poi utilizzata per la purificazione e la protezione. L'atto di immergere la croce nelle acque e la successiva immersione dei fedeli per recuperarla simboleggiano la purificazione spirituale e il rinnovamento, richiamando direttamente il battesimo di Cristo.

La benedizione delle acque

Prima della cerimonia della benedizione delle acque

La benedizione delle acque è un rito significativo nell'Epifania ortodossa e simboleggia la purificazione e la santificazione.

Il Πιάσιμο του Σταυρού, che letteralmente significa "il prendere la croce", è un elemento centrale nelle celebrazioni dell'Epifania nella tradizione ortodossa greca.

Questa pratica consiste nel lanciare una croce in un corpo d'acqua, come un fiume, un lago o il mare, e i giovani fedeli si lanciano per recuperarla.

Colui che riesce a prendere per primo la croce viene considerato particolarmente benedetto per l'anno a venire.

Praticamente la stessa riga che leggi per ogni altra tradizione popolare di cui ti parlo 😅

Questo rito simboleggia la purificazione spirituale e il rinnovamento, richiamando il battesimo di Gesù nel Giordano.

La persona che recupera la croce è spesso oggetto di grande rispetto e ammirazione all'interno della comunità, e si crede che porti fortuna e benedizioni non solo a sé stesso, ma anche alla sua comunità.

Non hai idea delle liste di attesa per saltare in acqua nelle città più grandi: questo la dice più lunga di qualunque tentativo di spiegazione della portata dell’evento.

Bravi loro perché io non avrei mai il coraggio di buttarmi in acqua il 6 gennaio 😅

Cosa fare ad Atene durante l’Epifania

Assolutamente devi andare al Pireo a goderti la benedizione delle acque perché è un evento.

Dovrai andare verso il gate 8 e vedrai ovviamente una tensostruttura importante perché lì ci staranno le autorità durante la cerimonia della benedizione delle acque. Tu però andrai sulla banchina e ti godrai il salto in acqua dei pazzi che cercheranno di riprendere la croce.

La statua di Costantino XI di fronte ad Agia Triada al Pireo

La cerimonia inizia alle 11, ma dato che viene gente da tutta Atene per godersela, io ti consiglio di essere lì alle 10 come minimo, altrimenti rischi di rimanere dietro e non vedere nulla.

Goditi anche i suoni delle altre navi che “salutano” la croce a partire dalle 11 appena il prete getta la croce in acqua.

Tutte verranno a rendere omaggio di fronte alla tensostruttura di cui sopra.

Finita la cerimonia, si torna in chiesa, ad Agia Triada ovviamente (la Santa Trinità), dove vedrai una statua che vedrai anche nella piazza della Cattedrale di Atene e di cui parliamo nel mio tour del centro storico di Atene.

È interessante notare che la pratica di immergersi per recuperare la croce è stata temporaneamente vietata in alcune località, come il Pireo, a causa di incidenti passati, ma oggi è nuovamente una pratica diffusa.

Oggi invece, c’è una lista di attesa di circa 10 anni se vuoi saltare in acqua al freddo per cercare di prendere la croce 😅

Chi festeggia il giorno dell’Epifania?

Il 6 gennaio festeggiano tante persone, tutte quelle che hanno un nome legato alla θεοφανία:

  • Φώτιος, Φώτης, Φωτεινός, Φώτις, Φωτεινή: letteralmente loro sono “illuminati”, riportano al concetto di luce
  • Φανή, Φένια, Φώτω, Φώφη, Φωτούλα, Φαίη, Φωφώ, Θεοφάνης, Φάνης, Θεοφανία, Φάνια, Φανούλα, ovvero sia tutte le variazioni della traduzione letterale dell’apparizione di Dio. Φανή e Φάνης significa “manifestato”, “apparso”. Nomi importanti insomma 😆
  • Ιορδάνης, Ντάνης, Δάνης, Ιορδάνα, Ντάνα, Δάνα, loro ci mancherebbe dato che portano il nome del fiume Giordano
  • Ουρανία, Ράνια, ovvero sia coloro (donne) che portano letteralmente il nome del “cielo”. Suona bruttarello in italiano ma i greci dicono che il nome Ranìa sia bello 🤷‍♂️
  • Περιστέρα, letteralmente colomba. Ricordi cosa dicevo a proposito dello spirito santo che si manifesta come colomba? Ecco il perché. Poverina chi si chiama così
  • Θεοπούλα e Θεόπη, non c’è una traduzione letterale perché sono due vezzeggiativi di Θεός, ovvero Dio 😅 Non ho mai sentito nessuno chiamato con questo nome a dire il vero

Celebrazioni particolari dell'Epifania

Ermioni - Γιάλα γιάλα

Durante la vigilia dell'Epifania, i futuri reclute dell'esercito ad Ermioni (a due passi da Hydra ma in Argolide) addobbano le barche con fronde di palma, seguito da una serata di festeggiamenti con canti, danze e la tradizionale "giala-giala". Il giorno dopo, questi giovani si immergono dalle barche per afferrare la Croce nel rito di purificazione delle acque.

Drama

Il giorno dell'Epifania, nelle località attorno al monte di Drama (in Tracia), si tiene una manifestazione con variazioni locali nota come "arapides". I partecipanti si travestono con mantelli neri simili a pellicce, maschere appuntite, e pelli di capra. Indossano scarpe di cuoio di maiale grezzo chiamate "tseroulia" e pantaloni di lana noti come "benevrekia". Portano quattro campanacci da pastore, detti "tsania", alla vita e coprono il volto con una maschera di pelle di capra, la "barbota", decorata con un fazzoletto bianco con disegni colorati, monete e fiori.

Questi gruppi sfilano insieme per le strade al suono assordante dei loro campanacci (un po' come a Skyros a Carnevale). Due capi delle squadre ingaggiano una lotta simbolica fino alla caduta di uno di loro. Attorno a questo si svolge un rito misterico che culmina con la resurrezione del caduto e una danza frenetica di tutti i partecipanti. Questa cerimonia rappresenta la morte e la resurrezione di Dioniso ad opera di Zeus e simboleggia anche il risveglio della natura dopo il letargo invernale.

Galatista

Nella località di Galatista, in Calcidica (Macedonia), si perpetua un'usanza ottocentesca che coinvolge la figura di una cammella e un finto rapimento. Secondo questa tradizione, un giovane innamorato architetta un piano per portare via la sua amata, distraendo il sorvegliante turco con uno stratagemma. Durante una celebrazione, prepara un manufatto a forma di cammella, che sfrutta per seminare scompiglio e nascondervi dentro la ragazza con l'assistenza dei suoi amici, per poi allontanarsi insieme a lei. Attualmente, questo rituale è celebrato con una cammella farlocca che viene portata in giro per il villaggio, con sei uomini nascosti sotto di essa che danzano e cantano, in omaggio alla tradizione.

Symi e Kalymnos

Come più o meno dappertutto, anche a Symi e Kalymnos (nel Dodecaneso) un gruppo di uomini si immerge nelle acque gelide del mare per recuperare una Croce, ma qui funziona diversamente: infatti data la tradizione di cercatori di spugne, gli abitanti cercano di restare sott'acqua il più tempo possibile trattenendo il respiro. Contemporaneamente, i pescatori locali creano una sorta di barriera protettiva attorno a loro per proteggerli dall'agitazione delle onde durante questo rituale.

Tessaglia

In varie località della Tessaglia, caratterizzate dalla presenza di fiumi, si pratica un rito religioso unico: le icone vengono prese dalle chiese e portate ai fiumi. Lì, vengono asperse con l'acqua ghiacciata del fiume, dove precedentemente è stata immersa la croce. Dopo questo rito, le icone vengono riportate nelle chiese, e l'acqua benedetta viene spesso utilizzata per irrorare i campi, al fine di favorire un raccolto prospero. In diversi villaggi tessalici, addirittura, immergono interamente le icone nelle acque del fiume.

Lefkada

A Lefkada (nelle isole Ionie) oltre alle tradizionali cerimonie, si aggiunge un elemento distintivo: oltre alla croce, vengono lanciati in mare anche grappoli di arance legate insieme. Dopo la benedizione, queste arance vengono appese vicino alle icone all'interno delle chiese, seguendo una tradizione specifica dell'isola.

Kastoria

Durante l'Epifania, a Kastoria (dalle parti di Kozani) si rinnova il rituale dei "Ragkoutsaria". Gli abitanti si mascherano con volti inquietanti per allontanare il male dalla loro comunità e sollecitano una ricompensa da chi passa, come riconoscimento per il loro contributo positivo alla città.

Zante

Durante l'Epifania, le chiese di Zante vengono abbellite con rami di neranzio, foglie e frutti di arance amare, oltre a foglie di cocoraki, piante che secondo la tradizione crescevano lungo il fiume Giordano. Oltre a ciò, ciuffi di neranzio e arance decorano i candelabri e alcune icone all'interno delle chiese. I credenti, inoltre, dispongono questi ciuffi di arance sull'altare dove si svolgerà la cerimonia di benedizione, in modo che possano essere consacrati dai preti.

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