Il Carnevale in Grecia
Condividi
Il carnevale in Grecia è un evento del tutto analogo a quello italiano. Giorni di festa, eccessi, balli, il tutto declinato rigorosamente secondo la tradizione locale che si è sviluppata nel corso dei secoli.
Il carnevale in Grecia è una questione locale, c’è poco da fare.
Se hai origine in uno dei luoghi che più sentono questa tradizione, non potrai fare a meno che tornare al tuo villaggio ogni anno per festeggiarlo.
Oggi ti parlerò nel dettaglio di che cosa rappresentava inizialmente il carnevale dal punto di vista religioso, come si è evoluta la tradizione folkloristica nei luoghi che ancora oggi sono famosi per il loro carnevale e poi parleremo anche di che cosa si mangia a carnevale.
Preparati perché sarà un viaggio nella cultura greca vera!
Indice
Cos’è il Carnevale?
Innanzitutto, perché il carnevale è proprio in questo periodo dell’anno e perché si chiama così?
La risposta si trova nella Pasqua in realtà, o meglio nel periodo della Quaresima, ovvero quei quaranta giorni in cui è necessario astenersi dal consumo della carne secondo il credo cristiano.
Il carnevale nasce quindi come una sorta di “facciamo il pieno di carne prima della quaresima”. Il nome infatti è composto di due parlore, carne + vale, ovvero in questo periodo è accettabile mangiare la carne.
In greco, carnevale si dice αποκριές (apokries), anche qui letteralmente composto da απο (απεχω per essere più precisi, ovverso distanziarsi) + κρέας (carne), ancora una volta perché è il periodo che precede quello in cui bisogna stare lontano dalla carne.
Quando è il carnevale in Grecia?
Ora che sappiamo anche letteralmente cosa significa, capiamo il quando invece.
A differenza italiana, dove le celebrazioni variano da paese a paese (pur seguendo un calendario standard simile prima della Quaresima), in Grecia il carnevale è sempre nelle tre settimane prima della Quaresima, il cui inizio è marcato dal cosiddetto Κάθαρα Δευτέρα (Kàthara Deftèra, letteralmente il "lunedì pulito").
Quindi in buona sostanza, facendo i conti, le settimane di carnevale in Grecia cominciano invariabilmente dieci settimane prima della Pasqua.
Quando è Carnevale in Grecia nel 2025?
Nel 2025 il carnevale in Grecia è nelle 3 settimane a partire dal 10 febbraio al 2 marzo.
Ιl Carnevale in Grecia
Pare che le radici del carnevale greco risalgano all’antichità e siano legate, manco a dirlo, al culto del dio Dioniso (noto a tutti come il dio dell’ebbrezza e del vino).
A questo culto dionisiaco si è poi sovrapposto quello cristiano, portando avanti sostanzialmente le stesse tradizioni ma sotto un nome differente.
Il carnevale greco inizia il sabato sera con il Triodion, ovvero le tre odi che si cantano nelle chiese ortodosse e che aprono ufficialmente questo periodo. Le settimane che seguono hanno nomi differenti e per motivi specifici, ovvero:
- Profonì, letteralmente la voce che viene prima. La prima settimana di carnevale è infatti la settimana che annuncia la festa
- Kreatinì, ovvero della carne (anche detta “dei mangiacarne”). Questa è la settimana in cui si comincia a darci sotto con la carne in vista del periodo di astinenza che poi arriverà. Appartiene a questa settimana, infatti, il famoso Tsiknopempti (Τσικνοπεμπτη), giorno in cui si mangia carne in ogni salsa. E’ un giorno in cui tipicamente si festeggia con la famiglia e gli amici e ci si ingozza di carne a più non posso.
- Tyrinì, cioè la settimana del formaggio (τυρί). Durante la terza settimana del carnevale si comincia ad abbandonare la carne per prepararsi alla Quaresima, in favore del formaggio. Tipicamente le sfilate più famose avvengono proprio nella domenica di questa settimana.
Il giorno che apre la Quaresima (Σαρακοστή), prende il nome di Kathara Deftera, ovvero il primo lunedì in cui si mangia completamente pulito, tipicamente associato anche con l’inizio di primavera, quindi se il tempo lo permette si va a fare un picnic in qualche parco. Ma di queste tradizioni legate al Kathara Deftera te ne parlo in una pagina separata.
Quali sono i Carnevali più famosi in Grecia?
Ora che sai tutto riguardo al calendario del carnevale greco, possiamo buttarci a capofitto sulle cose davvero interessanti, cioè le tradizioni carnevalesche divise per ognuna delle città che la fanno da padrone in questo periodo.
Patrasso
Regina incontrastata del carnevale greco è Patrasso, capitale dell’Acaia, con le sue sfilate carnevalesche. Il carnevale patrinò (ovvero di Patrasso) è semplicemente il carnevale per antonomasia qui in Grecia.
E nonostante il carnevale tipicamente duri solo tre settimane, a Patra comincia ben prima, circa un mese prima. Qui si festeggia per strada con moltissimi carri allegorici che ricordano molto da vicino i nostri italiani. Ci si traveste, si mangia, si balla e si beve anche in strada.
Il clou della celebrazione è sempre la parata della domenica, che viene poi chiusa dalla rogo del faro che rappresenta il “Re del Carnevale”.
Skyros
Skyros è un altro luogo assolutamente nella top 3 dei carnevali nell’immaginario greco. In questa isola delle Sporadi, però, la tradizione prende totalmente il sopravvento e non ci sono carri allegorici.
Il carnevale a Skyros ricalca la più antica usanza rurale della primavera, chiamata la “Danza degli Anziani”: un po’ come capita in alcune zone d’Italia, anche qui si festeggia in qualche modo la rinascita della natura. Le origini di questa usanza ancora una volta sono da trovare nel culto di Dioniso, ibridato dalle credenze rurali che hanno dato fama all’isola.
Questa danza prevede che i locali si travestano in modo molto tipico con maschera, una specie di pelliccia e campanacci molto rumorosi, i quali portano notizia della celebrazione per la Chora. I “protagonisti” di questa danza, però sono specialmente tre: il Vecchio, la Corella e il Franco.
L’apice della celebrazione si svolge nei tre giorni che comprendono il Kathara Deftera in cui, oltre alla Danza degli Anziani, vedrai anche la “τρατα” (trata), che pare avere origini in un’usanza aristofanica della vita marinara. Quello che accade è che vengono recitati versi satirici (ovviamente in chiave attuale) di fronte all’intero villaggio.
Xanthi
Secondo carnevale più grande in assoluto in Grecia e primo nel nord (Macedonia per intenderci) è il carnevale di Xanthi.
Oltre a celebrazioni in strada travestiti e danzanti, qui il costume più importante è l’incendio di Tzaros, il quale, ancora una volta simboleggia la fine delle celebrazioni, accompagnato da fuochi d’artificio.
Questo Tzaros è un fantoccio di forma umana, messo in cima a una casta di alberi da bruciare: lo scopo, in questo caso è esorcizzare il male.
Rethimno
Altro carnevale con parecchia storia è quello di Rethymno, a Creta, assurto a una popolarità talmente grande da essere bollato come “il carnevale di Creta”.
Anche qui, in maniere simile ad altri posti, locali e turisti scendono nelle strade travestiti per ballare, cantare, mangiare e bere durante le sfilate. Il tutto si chiude ancora una volta con la bruciatura del Re del Carnevale.
Corfù
A Corfù, nelle isole Ionie, la presenza di Venezia è ancora talmente forte che qui la celebrazione del carnevale ha un fortissimo richiamo verso quello della Serenissima.
I costumi e le maschere usati durante le sfilate sono essenzialmente identici nello stile baroccheggiante del famoso carnevale di Venezia, con l’unica differenza che qui sono indossati con sarcasmo invece che con serietà. La sfilata a Corfù città si svolge nell’Esplanade, dove poi a fine celebrazione verrà anche bruciato il faro del Re del Carnevale.
C'è poi anche una tradizione molto particolare, che è quella del πετεγολετσα, dei pettegolezzi, che si svolgono dagli stessi balconi che si affacciano sull'Esplanade da cui si lanciano i vasi a Pasqua. Non servono molte spiegazioni, ti basta guardare il video per capire che cosa siano!
Naousa
A Naousa, in Macedonia, c’è uno dei carnevali più conosciuti dal punto di vista dell’evocazione storica: ha origini infatti nel 18 secolo e prende il nome di “Giannizzieri e Boùle”. Gli uomini sono (vagamente) vestiti da giannizzieri appunto (il corpo di elitè dell’Impero Ottomano) e brandiscono scimitarre con le quali fanno delle danze che mimano delle battaglie.
Il ruolo delle Boule è interpretato sempre da uomini vestiti con abiti molto larghi, un po’ come accadeva durante le rappresentazioni teatrali nell’antichità classica per gli attori che impersonificavano donne.
Un evento assolutamente da non perdere da queste parti.
Kastorià
A Kastorià (Grecia del Nord) l’elemento tradizionale prende il nome di rangoutsaria (ραγκουτσάρια), i quali non sono nient’altro che roghi di grosse pile di legna che avvengono in diverse località in giro per la città.
Simile a quello che succede a Kozani 😉
Tirnavos
In questo paesello sconosciuto vicino a Larissa, nella Grecia Centrale, i festeggiamenti ruotano attorno alla figura simbolica del fallo collegato al culto priapico e dionisiaco. Sostanzialmente si festeggia la fertilità della terra, i suoi frutti e si onora la natura.
Per le strade, i locali si aggirano e percuotono strumenti musicali proprio con dei falli di legno per mimare l’usanza tradizionale.
Didymoteicho
In questo villaggio a pochi passi dal confine turco, in Tracia, si festeggia qualcosa di alquanto curioso. Data la sua vicinanza con la Turchia e dato il lungo giogo Ottomano, qui non era concesso ai greci di riunirsi in piazza o di parlare liberamente per risolvere i propri problemi, a parte nel giorno di carnevale.
Questa usanza poi si è evoluta fino ad addirittura poter prendere in giro i ricchi bey che vivevano da queste parti proprio in questo giorno (un po’ come per i Lupercalia nell’antica Roma).
L’usanza del Bey contiene ovviamente anche elementi satirici dionisiaci e pagani: ci sono rappresentazioni dell’aratura e della raccolta nei campi, una curiosissima corsa degli asini e poi un po’ di wrestling greco-romano. Una volta che tutto questo si chiude, ci si butta nelle taverne assieme alla squadra che accompagna il Bey, si beve e ci si intrattiene con strumenti tradizionali locali.
Kozani
Anche Kozani, non troppo distante da Salonicco, ha la sua celebrazione carnevalesca tradizionale. Nello specifico, in ogni quartiere si accende a turno ogni giorno un cosiddetto “φανός” (fanòs, fuoco nel senso di lanterna) e la sera della domenica subito prima del Kathara Deftera, tutti i fanoì vengono accesi contemporaneamente.
Il resto della celebrazione prevede balli, cibo nelle piazze, ma soprattutto canzoni molto sboccate e ovviamente satiriche, cantate nell’idioma locale, che ha avuto molte ibridazioni per via dell’immigrazione dei greci del Ponto soprattutto.
Serres
A Serres, e soprattutto nel villaggio di Flambouro, nell’ultima domenica del Carnevale, quella che precede il Kathara Deftera, si celebra il rituale del Babogeros, il quale simboleggia salute e prosperità. Questa figura ha un’apparenza che incute timore, dato che è vestito di una pelle di capra nera o marrone e porta con se campane di diversa forma e grandezza che gli pendono dalla vita. Ha un cappello nero molto alto decorato in maniera molto convoluta. La domenica mattina, dopo aver ricevuto la benedizione della madre, il Babogeros si dirige verso la chiesa di Sant’Anna per ricevere la sua benedizione, per poi dirigersi in ogni casa del paese per scacciare il malocchio e portare salute e prosperità.
Ioannina
A Iannina, nell’Epiro e non lontano da Zagori, i fuochi che vengono accesi prendono il nome di “τζαμαλες” (tzamales) e vengono accesi la domenica subito antecedente all’inizio del periodo di quaresima. Si balla attorno ai fuochi, si beve vino ovviamente e si tira tardi fino al mattino.
Sochos
Una delle usanze più antiche, quella dei “campanari” è messa in scena a Sochos, non lontano da Salonicco: come spesso ormai abbiamo visto, scendono in piazza per cantare e danzare, ma la cosa interessante del rituale è che prevede che gli anziani perdonino i più giovani secondo un certo rituale. I giovani baciano le mani degli anziani, offrendo loro un’arancia. Parallelamente, un matrimonio (fittizio) è celebrato come parodia nell’ultima domenica prima della quaresima.
Amfissa
Ad Amfissa (nella Grecia Centrale), durante l’ultima domenica, si rievoca la leggenda “dell’elemento”: da diverse parti della città l’elemento discende seguito da fate, elfi, spaventapasseri e altre creature strane.
Amorgos
Ad Amorgos, nelle Cicladi, si celebra la tradizione del Capitano. Sempre la mattina dell’ultima domenica, i ragazzi giovani si vestono con pantaloni e un panciotto decorato con croci, nastri colorati e vanno verso il monastero di Epanochoriani (vicino a Lagada in direzione nord, per intenderci). I ragazzi sono accompagnati da suonatori che cantano canzoni tradizionali di fine carnevale. Un costume simile lo si trova anche a Serifos.
Skopelos
Durante l’ultima domenica di carnevale, a Skopelos uomini malvestiti tengono nelle loro mani una nave fatta di giunchi e legna, la “trata”. Tutta la “ciurma” prende la strada ballando e cantando canzoni spinte, pur avendo una croce dipinta sulla fronte e una sulle guance. Seguono una sfilata di persone vestite in ogni modo possibile: logicamente si danza, si balla e si beve, finché non si arriva alla spiaggia dove la trata è deposta in acqua e lasciata a se stessa nel mare.
Questa è un’usanza che discende dai tempi in cui i pirati infestavano l’Egeo ed erano il terrore ovviamente di tutti gli isolani un po’ dappertutto.
Tebe
A Tebe invece, durante il Kathara Deftera si celebra qualcosa di molto insolito: un matrimonio Valacco (di Valacchi ho parlato nella recensione di Rumelia, di Patrick L. Fermor). Strumenti tradizionalil e costumi altrettanto tipici sono rispolverati per riportare in vita uno spaccato di Grecia che risale al periodo post rivoluzione e che ormai non esiste più.
Zante
A Zante, nelle Ionie, durante tutto il periodo carnevalesco ci sono sfilate e danze tradizionali, tante volte con richiami veneziani, un po’ come anche a Corfù. Tra gli altri c’è la celebrazione del Matrimonio Veneziano di Zante, che risale al XVI secolo, e il Funerale della Maschera, il quale è in realtà una parodia in pieno accordo con la leggerezza generica degli eventi di questo periodo.
Chios
A Chios ci sono eventi differenti a seconda del villaggio dove ti troverai, con la “Mostra” di Thymiana tra le più pittoresche e conosciute. Anche questa è una tradizione che affonda le proprie radici nel medio evo e precisamente nell’epoca in cui pirati e corsari infestavano ogni parte di Egeo, rubando qualunque cosa dai isolani.
La “Mostra” è in buona sostanza la battaglia tra i Thimiani e i pirati, i quali tutti assieme danzano due particolari balli, il talimi e il deto, che simboleggia poi la vittoria degli isolani.
Nei Masticochoria, i villaggi da sempre deputati alla produzione di masticha, si rievoca la tradizione dell’Agà (ovvero un rappresentante del governo locale ottomano) e rappresenta sostanzialmente le inequità prodotte dall’impero Ottomano verso la popolazione locale. Questa tradizione accade soprattutto nei villaggi di Mestà e di Olimpos.
Di richiamo assolutamente simile è invece la rievocazione a Volissos, dove i locali camminano per le strade con le loro mani legate da lunghe catene, cantando inni per il villaggio e ricevendo come compensa souma (uno spirito tipico delle isole) e frutta secca.
Lesvos
Chiudiamo la nostra parata di carnevali esotici con Lesbos, l’isola del Nord Est Egeo, che ha in programma per carnevale principalmente celebrazioni satiriche e sfilate in diversi villaggi.
A Mesotopos, nell’ultima domenica di carnevale, si rievoca la tradizione dei koudounatoi (i "campanati" lo tradurrei), durante la quale viene offerta la torta di zucca tradizionale, assieme ad altri meze e ouzo, con tanto di intrattenimento sempre di stampo satirico con uomini che girano per le vie del paese con una moltitudine di campanacci legati al corpo.
Puoi immaginare il casino 😄