Rumelia - Grecia Vera

Rumelia

Roberto Cortese

Rumelia, di Patrick Leigh Fermor, è un libro di stampo identico a Mani, viaggi nel Peloponneso, un libro che racconta una Grecia che oggi non esiste più o quasi, almeno in larga parte.

E’ il sunto dei viaggi di Fermor nella Grecia Centrale, anche se la definizione odierna è un po’ limitativa. Preferisco lasciare la definizione più dettagliata all’autore stesso, che infatti dice che la Rùmelia (mi raccomando l’accento) è

"La striscia di territorio montuoso fra il Golfo e la frontiera settentrionale che separava il nuovo regno di Grecia dalle terre irredente che ancora restavano, politicamente, sotto l’Impero ottomano. La linea di confine correva dal golfo di Ambracia a quello di Volos. Le guerre balcaniche e poi la Grande Guerra fecero avanzare la frontiera greca verso nord in due grandi balzi, raddoppiando l’estensione del paese, ma, sulle labbra dei greci moderni, il nome Rumelia indica tutt’ora la sola zona fra il Golfo e quel confine obsoleto."

Storicamente, è proprio da qui che vengono reclutati i famosi εύζονες (o euzoni, termine italianizzato che odio profondamente peraltro), ovvero la guardia reale che ancora oggi vedi sbattere i tacchi a ogni cambio della guardia di fronte al Parlamento greco ad Atene.

Non necessariamente uno spoiler, ma qualcosa che devi sapere è che, proprio come per Mani, anche per Rumelia secondo me prima ci devi andare e poi leggi il libro.

Io, per esempio, l’ho letto dopo aver fatto un bel giro nell’Epiro, specialmente alle Meteore e nella regione di Zagori.

"Fra le sierre degli Zagora, oltre Vitza e Monodendri, dove pascolavano le greggi in estate, corre la gola del Vichos, stretta e terribile, che precipita in un abisso profondissimo: un caos scuro di massi e spuntoni fra cui, quando è in piena, spumeggia un affluente del fiume Aoos, producendo un rumore come di tuoni in lontananza."

Ora ti racconto meglio cosa ne penso.

Indice

Finalmente in italiano

Rumelia - Patricke Leigh Fermor

Come per la maggior parte dei libri di Fermor, anche questo è un libro di viaggio pubblicato postumo. Un po’ come è successo anche per J. J. Talkien, una volta che scopri la gallina dalle uova d’oro, i tuoi discendenti cominceranno a pubblicare qualunque cosa.

Ma nel caso di Fermor è un’ottima idea perché la sua lucidità verso il lavoro di testimonianza che stava facendo è qualcosa che va preservata assolutamente, almeno questo è quello che penso io da amante della Grecia Vera.

Nel 2021, Adelphi ci ha fatto un regalo immenso pubblicandolo in italiano. Non ho mai letto Fermor nel suo inglese originale di metà secolo, ma mi è bastato leggere una sua coeva, Mary Renault (nel suo Il Re deve Morire) per farmi scappare la voglia di leggerlo in lingua originale 😅

Chi è Patrick L. Fermor

Non sto a dilungarmi troppo perché ne ho già parlato ampiamente nella mia opinione su Mani, però ti basti sapere che Fermor non è un turistello qualunque.

Ha attraversato a piedi mezza Europa per arrivare a Instanbul (che lui spesso chiama Bisanzio 🤷‍♂️), si è paracadutato a Creta dove ha vissuto con la resistenza cretese per diversi anni e dopo la guerra si è stabilito a Kardamili, nel Mani esterno, dove il governo greco l’ha omaggiato con una casa per il suo supporto durante la guerra.

Ha continuato a esplorare quel patchwork che era ancora la Grecia proprio mentre stava divenendo tale, vivendo tutte le tappe più drammatiche della storia moderna.

Lo capisci dalle tematiche di cui parla che è uno che ha compreso da vicino cosa fosse la cultura locale.

In questo mi ispiro totalmente a lui. Anche se non scrivo altrettanto bene 😅

Patrick Leigh Fermor

Di cosa parla Rumelia

Rumelia ha sostanzialmente 5 capitoli, più uno che in realtà sa molto di un’aggiunta che non si sapeva dove infilare perché non ha senso da nessuna parte ma è comunque una specie di antologia in 5 pagine e si merita la lettura.

Peraltro non credo che sia un caso che il terzo capitolo, quello centrale, sia il fulcro di tutto il libro. Se dovessi sfrondare il libro per mantenere un solo capitolo, sarebbe proprio il terzo. Senza di esso il libro ha comunque la sua dignità perché tocca argomenti molto interessanti e molto poco trattati, però è nel terzo capitolo che Fermor dimostra di avere capito tutto. Perché parla di “grecità” a un livello di riflessione che è comprensibile solo dopo aver speso una vita intera in mezzo a una popolazione stretta tra il suo passato classico e il suo presente “romaico”, di cui non ti svelo altro perché devi leggere.

In sintesi questi sono gli argomenti trattati (tranqui, no spoiler)

  • Sarakatsani, ovvero le popolazioni nomadiche della Rumelia. Capitolo abbastanza complicato e che ti butta subito nel fitto delle tematiche che emergeranno in tutto il libro. Pesante a tratti e sicuramente pensato per allontanare qualunque pubblico che non sia veramente interessato a leggere il resto. Se superi questo ostacolo, il resto del libro sarà una passeggiata (oltre che essere ancora più interessante).

"Noterai che solo i mariti si rivolgevano alle rispettive mogli coi nomi di battesimo, mentre gli altri le chiavano volgendo al femminile il nome del marito: “Yànina”, “Andònaina”, “Nicòlaina”, “Yòrgaina”, e così via."

  • Meteore, un capitolo che ho apprezzato parecchio perché ha rinvigorito gli stessi ricordi che avevo in mente dopo averle viste di persona. Colossi di pietra che ti tolgono il fiato e di cui ho potuto ampliare la conoscenza storica
  • Elleno vs Romaico, ovvero il capitolo di cui ti parlavo a inizio paragrafo. Un capolavoro di per se dal punto di vista della riflessione e come ogni capolavoro, uno di quei capitoli che devi rileggere più volte per comprendere davvero tutte le sfumature.

"'Elleno' evoca le glorie dell’antica Grecia; “romaico” gli splendori e le pene di Bisanzio"

In questo capitolo si parla sostanzialmente di romiosyni, ovvero di “romaicità” ma nel senso dell’essere discendenti della stirpe dell’Impero Romano d’Oriente, ovvero quello che ha resistito di più, quello di cui si sentono discendenti un po’ tutti i Greci.

"E Bisanzio? E’ da lì che vengono le nostre tradizioni, potrebbe pensare un greco moderno, non da Pericle che pontifica sull’Acropoli, né dalla botte di Diogene o dalla tenda di Achille."

  • Missolonghi, ovvero una piccola parentesi sul contributo di Lord Byron sulla storia greca, che un po’ era prevedibile da un autore britannico. Non per questo meno interessante, le storie che si porta dietro conservano quel che di leggenda.

"Questo Giardino degli Eroi era un luogo commuovente. Lì, fra gli alberi afflosciati e polverosi della piena estate, c’erano i busti di marmo e i monumenti degli eroi di Missolungi. Che la statua di Lord Byron fosse l’unica a figura intera e fosse collocata al centro di quel Valhalla la dice lunga sulla sua importanza agli occhi dei greci."

  • Il regno di Autolico, dove si parla dei kràvara una popolazione storicamente nota per l’accattonaggio professionale e famosa per la propria astuzia figlia di Ermes, ovvero quella furbizia che ha unico scopo fregare il prossimo. Autolico perché lui nasce sotto la stella di Ermes e andrà a contribuire sull’ingegno di Ulisse da parte di padre, mentre il bilanciamento di metis figlio di Atena arriva da parte di madre
  • Suoni del mondo greco, ovvero proprio quel capitoletto che forse in Appendice avrebbe avuto più senso ma che forse non molti leggerebbero.
La Rumelia

Lo stile del libro

Il libro in generale si legge facilmente: in pieno stile Fermor, l’autore alterna tratti di riflessione personale, talvolta anche di spessore e più difficile a leggersi, ad episodi vissuti e raccontati in prima persona, quindi molto scorrevoli.

La traduzione poi, si merita una nota di merito a parte perché immagino solo quanto sia stato difficile tradurre dovendo anche inserire traduzioni di concetti che talvolta manco esistono in italiano. Senza contare che, pure quando esistono, sono concetti lontani dalla maggior parte del pubblico lettore, quindi ci si trova pure a dover fare lavoro di divulgazione. Chapeau.

Conclusione

Rùmelia è un capolavoro secondo me, anche se non credo che sia una lettura per tutti.

Per apprezzare il libro ti deve piacere capire la lingua greca, studiare le sacche di cultura locale, apprezzare lati della cultura di cui spesso ci si vergogna nel mondo globalizzato di oggi, insomma ti deve piacere qualcosa di uncomfortable.

Una volta superato questo ostacolo mentale, ti godrai pienamente il libro e ringrazierai per aver speso i soldi per comprare il libro 😄

Dettagli del libro:

  • Anno di edizione: 2021
  • Editore: Adelphi
  • Titolo: Rùmelia
  • Autore: Patrick Leigh Fermor
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