Mani - PatrickL. Fermor
Dopo aver letto Mani, Patrick L. Fermor è diventato a mani basse uno dei miei scrittori preferiti dai quali posso attingere a informazioni per quella che io chiamo Grecia Vera.
Cosa intendo con ciò? Senza dilungarmi troppo, la cultura locale, quella autentica.
Quella che, come spesso accade nel caso dei libri di Fermor, non esiste più. E non lo dico come una sterile lamentazione spesso usata per dire “ah, io si che ho visto le cose com’erano, mica come voi”.
No, no, qui la questione è diversa. La Grecia che ha visto Fermor è quasi a metà strada tra la guerra d’indipendenza greca e il presente, dunque moltissime delle usanze locali sono pressoché estinte all over the place.
Queste private invasioni della Grecia, quindi, si indirizzano alle regioni meno frequentate, spesso di più difficile accesso e di scarsa attrattiva per la maggior parte dei viaggiatori; perché è la che si trova ciò di cui io sono in cerca.
Ma come sempre sto mettendo il carro davanti ai buoi.
Cominciamo dall’inizio.
Indice
Buone notizie: il libro è in italiano
Se hai letto altre mie opinioni riguardo a libri che hanno a che vedere con la Grecia, sai che mi piace leggere gli autori spesso in lingua originale (quando è in inglese e di solito lo è).
Mi sono però un po' scottato leggendo Il Re Deve Morire di Mary Renault. Un capolavoro, ma che ho fatto davvero molta fatica a leggere perché la lingua è vetusta, poco scorrevole. Si avverte che il libro è stato scritto più di cinquant’anni fa.
Ecco perché non ho voluto rischiare con Mani e l’ho letto in italiano.
E a posteriori sono contento di averlo fatto perché ci sono talmente tanti termini squisitamente tecnici che hanno alleggerito la lettura solo per il fatto di essere tradotti in italiano.
Ciò detto, ci tengo a dirti una cosa riguardo al libro.
Come leggere il libro
Viaggi nel Peloponneso è un libro da leggere dopo.
Durante l’estate 2021 ho visitato il Mani per la prima volta e l’ho fatto assieme a locali, il che mi ha dato uno scorcio su ciò che resta davvero di tutte le leggende metropolitane che circondano il Mani. Ok, tante cose sono vere, ma sono comunque tutte cose che difficilmente riesci a dissotterrare se ci vai come turista.
Più ascoltavo questi racconti talvolta splendidi, talvolta agghiaccianti, e più ne volevo sapere a riguardo.
Perché il Mani è all’apparenza molto semplice, ma non lo è in realtà.
E’ una terra brulla, dove tutto vive al sole, sotto gli occhi di tutti. In realtà c’è un universo nascosto nell’ombra della vita in questa parte di penisola laconica.
Per questo dico che è un libro da leggere dopo. Non credo che abbia molto senso leggere il libro di Fermor prima di aver visitato il Mani e aver sentito alcune di quelle storie.
Devi vederlo, avvertire la dipendenza e soltanto a quel punto ha senso leggerlo.
“Qui non è il vero Mani,” disse lui “è quello che chiamano l’Exo Mani, il Mani Esterno. Dovete arrivare al Mesa Mani, il Mani Centrale o Alto Mani, a sud di Areopolis, per trovare dei veri manioti.”
Chi è davvero Patrick L. Fermor
Se pensi che Patrick L. Fermor sia “solo” uno scrittore, ti sbagli di grosso.
Nel 1933, il ragazzo si è fatto una passeggiata che attraversa l’Europa intera per arrivare fino a Instanbul (da cui sono usciti tre libri più alcuni postumi, tutti pubblicati da Adelphi).
In questo periodo mette in pratica le sue conoscenze di greco antico per imparare il greco moderno. Sempre di questo periodo è l’altro suo libro che ho letto e recensito, Rùmelia, ovvero la raccolta dei suoi viaggi in Grecia centrale.
Nel 1942 si è paracadutato con l’esercito inglese a Creta ed è rimasto nelle fila della resistenza cretese fino alla fine della guerra, anni di cui parla sempre in diversa capacità in ognuno dei suoi libri. Da qui proviene il suo legame indissolubile con Creta.
Dopo la fine della guerra, si è ritirato nella sua casa a Kardamili (ancora visitabile oggi), casa peraltro offertagli in dono dal governo greco per il ruolo giocato nel rapimento del generale tedesco Kreipe durante la guerra.
Da qui è partito per le sue esplorazioni del Mani, di cui poi ha scritto.
Questi spiccioli di vita ti danno un’idea di chi stiamo leggendo.
Ma nonostante questo, un uomo assolutamente umile e in cui mi identifico per quanto riguarda la sete di approfondimento della cultura greca locale.
Di cosa parla Mani
Finita tutta questa introduzione, peraltro necessaria, passo a dirti per sommi capi di cosa parla il libro, senza spoiler come sempre.
In pieno stile di narrativa di viaggio, Patrick Fermor ti porterà fisicamente attraverso l’intero Mani, partendo da casa sua a Kardamili, superando l’impervio Taigeto, e proseguendo poi per l’intero periplo della penisola laconica, passando prima dalla costa occidentale e poi da quella orientale.
Alcune tappe saranno più brevi, condite di qualche episodio o dialogo avvenuto in loco, mentre altri capitoli affronteranno di petto alcuni dei temi più forti (e allo stesso tempo interessanti) che riguardano la cultura maniota.
Tra i tanti, ovviamente si parla di vendette, cosa per cui sia i Manioti sia i Cretesi sono tuttora (tristemente) famosi. Non mi dilungo qui perché ho scritto un post intero a proposito.
Altro tema fortissimo è quello dei miroloi, idem come sopra ho ampliato il tema aggiungendo quello che ho scoperto in prima persona in un post dedicato.
Si parla poi ovviamente anche di pirgospite, le famose case del Mani interno di cui ho approfondito qui.
Non manca neanche un pizzico di mitologia, però sempre in stile Fermor, ovvero quasi mai parlando di storie ultra note, bensì andando a dissotterrare gli spiritelli locali e le divinità inferiori. E’ con questo libro che ho iniziato a conoscere i kalikantzaroi, per esempio.
In ultimo, c’è sempre un’attenzione alla lingua e alla sua etimologia che io amo profondamente perché non è troppo pesante, ma è un modo grandioso di capire ancora meglio la cultura locale. Forse ti tornerà difficile a meno di non stare studiando il greco moderno, ma io trovo questi collegamenti a dir poco affascinanti.
Lo stile del libro
La stragrande maggioranza di Mani si legge davvero in modo semplice e scorrevole, però c’è un buon 20% di libro che è un po’ più pesante, devo ammetterlo.
E’ quel 20% che mi ricorda molto da vicino Il Colosso di Maroussi di Henry Miller, con uno stile decadente ed egocentrico molto in voga durante quegli anni, ma che uccide totalmente la lettura. Quelle pagine paiono più un esercizio di stile invece che espressione di determinati concetti.
Ma d’altra parte è così: compri tutto il pacchetto con questo libro.
Tutto sommato, per quello che ci “guadagni” dalla lettura di questo capolavoro è un piccolo prezzo da pagare e fidati che lo pagherai molto volentieri.
Conclusione
Viaggi nel Peloponneso di Fermor è un libro che va riletto più di una volta a mio modo di vedere.
Un po’ come tutti i suoi libri (ho scritto di Rumelia qui).
Sono libri composti di strati e ogni volta che lo rileggi riesci a rimuovere uno strato e a scavare a un livello ancora più profondo per avvicinarti all’obiettivo ancora di più.
Come ti anticipavo prima, però, ti consiglio caldamente di visitare prima il Mani, altrimenti potresti perdere il tuo tempo sul libro. E’ un libro che ha bisogno di contesto per essere compreso: senza conoscere l’aridità e la diffidenza che il Mani costringe, è difficile comprendere le sfumature delle peregrinazioni di Patrick Fermor.
Ma dopo averlo visitato e letto il suo libro, lo ringrazierai per aver fermato nel tempo una fotografia culturale di un luogo che, pur avendo la stessa faccia, si è trasformato radicalmente negli ultimi anni.
Dettagli del libro:
- Anno di edizione: 2010
- Editore: Adelphi
- Titolo: Mani
- Autore: Patrick Leigh Fermor