Cosa si mangia a Carnevale in Grecia - Grecia Vera

Cosa si mangia a Carnevale in Grecia

Roberto Cortese

Durante il carnevale in Grecia, un po’ come quello in Italia, la costante è mangiare ed abbuffarsi.

Ci si lascia andare ai piaceri della tavola perché, proprio come dice la parola, in questo periodo è consentita la carne, a differenza dell’incombente periodo di Quaresima (aperto dal Kathara Deftera) che precede ovviamente la Pasqua.

E sebbene in Grecia la costante sia la carne grigliata, ci sono alcune sfumature locali con ricette interessanti di cui oggi ti voglio parlare.

Για πάμε!

Indice

Cosa si mangia a Carnevale in Grecia?

Un piccolo recap se sei un po’ a digiuno di tradizioni pasquali: subito prima della Quaresima, ci sono sempre tre settimane dedicate al carnevale in Grecia. La seconda e la terza sono particolarmente interessanti perché durante la seconda, appunto, cade lo Tsiknopempti, ovvero sia il giovedì grasso; la terza, invece, prende il nome di Tyrinì perché (teoricamente) si dovrebbe già rinunciare alla carne ed affidarsi solo ai derivati animali, tra cui il formaggio (τυρί appunto).

Successivamente a queste tre settimane arriva l’equivalente del nostro Mercoledì delle Ceneri, che però cade di lunedì ed è chiamato Kathara Deftera (lunedì pulito) perché è il primo giorno in cui ci si astiene da qualunque cosa che contenga carne o derivati animali.

Ovviamente le tradizioni culinarie variano da regione a regione, quindi ha senso dare un’occhiata generica a quali sono le abitudini locali per quanto riguarda il cibo servito a Carnevale.

Nella prima settimana, generalmente i Greci mangiano un po’ di tutti ma senza qualcosa di particolare.

E’ quasi una sorta di settimana di riscaldamento a quello che si ingurgiterà presto 😄

Le settimane interessanti sono la seconda e la terza in realtà.

Carnevale significa Tsiknopempti

Già ti ho anticipato che le tavolate del giovedì grasso (Tsiknopempti) sono piene di carne grigliata, tzatziki e pite varie, ovviamente ripiene di carne.

A Salonicco, tipicamente le griglie cominciano a farsi vedere fuori dalle case per arrostire polpette (σουζουκάκια) che poi offriranno anche ai passanti.

A Creta, nella zona di Mesara, si prepara il tradizionale tzoulama.

Che cos’è? E’ una pita sostanzialmente ma il ripieno varia ed è speciale perché, a seconda della mescolanza degli ingredienti, risulta essere un po’ più dolce o un po’ più salata. Al suo interno infatti si trova riso, fegato, uvetta e noci, i quali creano quel sapore agrodolce inconfondibile. Tutto il ripieno è chiuso dentro a delle foglie e fillo, e poi cotto in forno.

Assieme a questa specialità, talvolta compaiono anche i bourekia (torte dolci fatte con l’anthotyro, un formaggio fresco e molto leggero) e le torte con la myzithra come ripieno.

A Kozani, in Macedonia, ci sono due ricette molto interessanti in questo periodo, ovvero le keftedes mi zmi, delle polpette con una salsa deliziosa che derivano dai tempi in cui non c’era troppa carne e il/la cuoco/a “allungava” la pietanza con la salsa appunto, e le giaprakia, una specie di lachanodolmades ma con il ripieno leggermente differente, che si cominciano a mangiare nel periodo natalizio ma che proseguono fino al carnevale. 

Tyrinì, la terza settimana

Nella terza settimana, si tira il freno a mano con la carne. Solo derivati del latte tipicamente vengono consumati, però la creatività non è mai mancata ai greci, infatti non mancano le ricette per questa settimana finale di Carnevale.

Questa è la settimana dove le tiropite la fanno da padrona, ma si vedono spesso anche le macaronopite, le myzithropite, e con altri formaggi in generale, ma anche dolci ovviamente, come il galaktoboureko, la galatopita e la milopita (con il miele).

A Paros, si prepara anche una myzithropita dolce, con al suo interno miele di timo e alla quale si da un ulteriore sapore con cannella e masticha (di Chios ovviamente). I rafiolia, sempre una specialità di Paros, sono preparati in una padella con myzithra e miele, e tipicamente servite durante il periodo pasuale.

Nella Grecia centrale, la Rumelia come la chiama Patrick L. Fermor, la avgopita (cioè con le αυγά, uova) è la regina assoluta: non mancano le calorie dentro a questa pita fatta di uova e latte sostanzialmente. Da provare assolutamente.

In Tessaglia, ovvero la piana che si estende fino alle Meteore a nord e fino alle Termopili a sud, la macaronopita non manca mai dalle tavole dei locali. Gli ingredienti (pasta, uova, latte) sono racchiusi dentro a delle foglie in modo da non asciugarsi troppo durante la cottura.

Ad Astypalea si prepara la tradizionale tiratta di pasta: il nome ti suggerisce già come è fatta questo genere di pasta, la quale è appunto di forma allungata (tirata), e alla quale si aggiunge pepe e la myzithra durante la cottura in modo che le simil tagliatelle diventino quasi una specie di zuppa.

Nelle Ionie non manca il pastitsio dolce, sostanzialmente molto simile al pastitsio dal punto di vista degli ingredienti ma racchiuso in una pasta che ha sia del dolce che del salato.

L’ultimo giorno di carnevale è tipicamente chiuso con uova bollite.

Metaforicamente, i greci “chiudono” la loro bocca per poi riaprirla soltanto a Pasqua, però con delle uova rosse, con le quali ci fanno anche una battaglia casalinga la domenica.

Galaktoboureko
Torna al blog

Lascia un commento

Si prega di notare che, prima di essere pubblicati, i commenti devono essere approvati.