La battaglia delle Termopili - Grecia Vera

La battaglia delle Termopili

Roberto Cortese

Siamo nel 480AC, sul finire dell’estate.

Στερεά Ελλάδα, Grecia centrale, anche se all’epoca non esisteva affatto il concetto di Grecia e tantomeno di ellenismo.

Da una parte un esercito sconfinato, quello del re persiano Serse, dall’altra uno sparuto contingente di poco più che 5000 greci.

Un passo talmente stretto che la superiorità numerica non conta. Un passo dove si è scritta una delle pagine più famose della storia antica, il passo delle Termopili (in greco Θερμοπύλοι, letteralmente “cancelli caldi”).

Indice

Preludio di guerra

Siamo all’inizio del V secolo AC. Dopo varie provocazioni vicendevoli tra l’impero persiano di Dario e le πόλεις greche, specialmente Atene, la quale venne in soccorso dei consanguinei ioni lungo le coste dell’Anatolia (attuale Turchia) arrivando a saccheggiare la città di Sardi, Dario decide che è ora di conquistare la Grecia.

E’ in questo frangente che manda i famosi emissari con la richiesta di “terra e acqua”, alla quale peraltro molte πόλεις si sottomettono prontamente, ma che la gran maggioranza rinvia al mittente. A parte Sparta, lì uccisero direttamente gli emissari.

Long story short, Dario subisce una sconfitta pesantissima a Maratona per mano di Milziade nel 490AC e deve quindi abbandonare l’idea di sottomissione dell’Ellade.

Passano gli anni, sale al trono Serse e, dopo aver sedato alcune rivolte in Egitto e in Medio Oriente, si può pensare nuovamente ad una campagna di conquista.

I 300 di Leonida

Sono passati ormai dieci anni dall’invasione del padre Dario quando i greci decidono di opporre un blocco unico di resistenza, a differenza di quello che avevano fatto una decade prima dove essenzialmente era stata solo Atene ad affrontare i Persiani.

Dunque Temistocle guida la flotta “greca” che si dirige verso lo stretto di Artemisio (dalle parti di Evia), mentre un contingente capitanato da re Leonida di Sparta si dirige a piedi verso lo stretto passo delle Termopili, l’unica via d’accesso alla Grecia meridionale.

300 il film

La verità è che nonostante la mitizzazione del martirio dei 300 soldati spartani, non c’erano solo loro a combattere alle Termopili, bensì (stando ad Erodoto) anche

  • 900 perieci spartani
  • 500 di Mantinea
  • 500 di Tegea
  • 120 di Orcomenos
  • 1000 arcadi
  • 400 di Corinto
  • 200 di Filius
  • 80 di Micene
  • 700 Thespiesi
  • 400 Tebani
  • 1000 focidesi

Portando il totale ad una cifra tra i sei e i settemila.

In ogni caso una cifra di gran lunga inferiore alle stime odierne di 120.000-300.000 di cui disponeva Serse (ovviamente gli scrittori greci qui l’hanno sparata grossa paventando circa un milione di soldati persiani, cifra impossibile da portare in giro dal punto di vista logistico).

C’è però un motivo per cui oggigiorno ci ricordiamo le Termopili come la battaglia dei 300. Lo scopriremo dopo.

La battaglia delle Termopili

Innanzitutto partiamo dalla data.

Ecco la data esatta non la sappiamo 😄

Fantastico. Una delle battaglie considerate più importanti nella storia dell’umanità (occidentale almeno) e manco sappiamo di preciso quando è stata combattuta.

Ci sono stime che variano da luglio a inizio settembre. Io non sono uno storico, ma contando che attorno al 26-27 settembre si è combattuta la battaglia di Salamina e prima di quella l’intera città di Atene fu evacuata e devastata dai persiani, mi viene da pensare che dovendo anche arrivarci fino ad Atene, è probabile che la battaglia sia stata combattuta attorno al 20-25 agosto.

Altrimenti non ci sarebbe stato il tempo materiale per tutto il resto, compreso l’inganno di Temistocle.

Statua alle Termopili

Anyway, dopo giorni di attesa guardandosi dai propri accampamenti, Serse decide di mandare degli emissari a trattare la resa dei greci chiedendo le loro armi. E’ qui che re Leonida pronuncia la sua famosa frase “Μολών Λαβέ” (leggi molòn lavè), ovvero “Vieni a prendertele”.

Ancora oggi su ogni statua di Leonida trovi quelle due parole, ovunque essa sia.

Non prese bene il rifiuto di Leonida e decise quindi di attaccare: per la bellezza di due giorni interi non riuscì a piegare lo sparuto contingente greco.

Alla fine del secondo giorno però, i persiani scoprono che c’è un sentiero che potrebbe tornare utile per accerchiare i greci. A svelarlo pare sia stato il famoso Efiàlte, un pastore trace, il quale da allora è diventato il traditore per antonomasia: ancora oggi in greco εφιάλτης significa infatti “incubo”, proprio a memoria di questo episodio.

Fatto sta che il terzo giorno, i Focidesi a guardia del sentiero si trovano a dover combattere una forza che non riescono a respingere. I persiani accerchiano il contingente greco che però decide di combattere fino alla morte, o almeno una parte di esso.

Gli spartani, insieme ai tespiesi, combattono fino all’ultimo, ed è per questo che ricordiamo la battaglia di un piccolo contingente contro un’enorme esercito. Però dei poveri tespiesi non c’è quasi traccia nelle nostre memorie.

I tebani e gli altri greci o si ritirarono o si arresero in un finale non troppo eroico.

L’importanza della battaglia

La battaglia delle Termopili è l’ennesimo caso nella storia di Davide contro Golia, di un piccolo che si oppone al gigante, sebbene qui poi alla fine abbia vinto Golia.

Ma il fatto che così pochi potessero tenere testa a molti, è sicuramente una cosa che muove gli animi dei greci che capiscono di potercela fare contro il gigante persiano.

A un patto però: usando il proprio ingegno e la loro superiore conoscenza della terra greca.

Ed è proprio sulla stessa falsariga che circa un mese dopo vinceranno una delle battaglia marittime più famose di tutti i tempi, quella di Salamina, nello stretto braccio di mare di fronte all’isola. A un mese di distanza, i generali di Serse ancora non avevano capito che i greci sapevano benissimo di non avere speranza in campo aperto (sia per terra che per mare) e sfruttarono per la seconda volta lo stesso trucco per distruggere gran parte della flotta persiana, così concludendo virtualmente la campagna.

Dal punto di vista della narrativa che gli storici greci potevano costruire a posteriori, le Termopili sono un ottimo volano per promuovere l’idea della superiorità greca nonostante i numeri più bassi. La verità è che conoscevano meglio la Grecia, mentre invece Serse non aveva una mezza idea di dove sarebbe andato a combattere.

In tempi più recenti, poi, si guarda alla battaglia delle Termopili come la battaglia dove ha trionfato la democrazia (occidentale) contro la barbara tirannia (orientale).

Logicamente queste sono scemenze: le Termopili sono state semplicemente un prolungamento dell’agonia delle faide tra le πόλεις, che poi peraltro furono totalmente conquistate poco più di un secolo dopo all’arrivo di Alessandro Magno.

Appena sparito il nemico comune, infatti, i greci ricominciarono a farsi la guerra tra loro per la supremazia, andando così a ridurre le barriere per un successivo ingresso da parte dell’impero macedone.

Ma questa è un’altra storia.

Le Termopili oggi

Oggi se passi dall’autostrada che scende da Salonicco ad Atene, c’è addirittura l’uscita delle Termopili, con accanto dei paesi dimenticati da dio.

C’è un problema però.

Quel tratto di autostrada è tutto pianeggiante.

Il passo delle Termopili infatti non esiste più perché nel corso dei secoli, venticinque per la precisione, i sedimenti si sono accumulati creando una pianura di circa una decina di chilometri antistante a quello che una volta era lo stretto passaggio tra le montagne e il mare chiamato Termopili.

Una mezza delusione, quando lo vedi. But it is what it is.

Il monumento della battaglia

Monumento ai Tespiesi

Quello che resta nella piana delle Termopili sono due monumenti (e un museo intero) a ricordo dell’impresa, sicuramente degna di essere ricordata.

  • Il monumento più grande è ovviamente per i 300 spartani tutti morti nella resistenza finale. Oltre alla famosa frase di sfida di Leonida, coerentemente con l’idea che tutti morirono lì (falsa peraltro), l’epitaffio chiede allo straniero passante di portare notizia a Sparta che i lacedemoni giacciono lì a testimoniare la propria fede incontrastata per le leggi della città
  • Imboscato a lato c’è anche il monumento dedicato ai 700 tespiesi anche loro deceduti nell’ultimo atto della battaglia. Però non essendo spartani si beccano un misero busto e muti 😂
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