La figlia dei ricordi - Victoria Hislop
Indice
Escludendo il secondo romanzo della Hislop che riguarda altre destinazioni geografiche, questo libro arriva subito dopo L'Isola, ovvero quello che ha fatto conoscere la Hislop al pubblico.
La Figlia dei Ricordi non è ovviamente l'ultimo libro che riguarda la Grecia, bensì ne ha scritti molti altri
- L'Isola
- L'aurora
- Cartes Postales from Greece
- One August Night, il sequel de L'isola
- Those who are loved
- The Last Dance
Oggi ti racconto cosa penso del romanzo, con la premessa però che io l'ho letto in inglese, non in italiano. Al momento in cui scrivo, vivo a Berlino e non sempre è facile trovare i libri in italiano che vorresti.
Nella sezione sullo stile ho lasciato anche un paio di suggerimenti nel caso tu voglia leggerlo in inglese 😉
Come sempre, nessuno spoiler, però qualche riferimento totalmente ininfluente lo troverai.
Un libro toccante
La Figlia dei Ricordi è davvero una storia molto struggente, che difficilmente ti lascerà indifferente.
Come ti anticipavo prima, è sostanzialmente la storia di Salonicco durante il ventesimo secolo, ma ovviamente è narrata tramite gli occhi di una bambina che per un motivo o per l'altro le ha vissute tutte le vicende più tragiche.
Quindi in realtà la protagonista è Katerina, questa bimba di famiglia greca però che vive sulle coste dell'Asia minore turca.
Quando ti fermi a riflettere l'incredibile striscia di misfatti che sono avvenuti in quella regione di Grecia (che in realtà all'epoca non lo era ancora), si fa davvero fatica a non immedesimarsi coi personaggi.
Ma andiamo per ordine e cominciamo dal contesto storico in cui è inserita la fabula.
"Look after my sleeve!" he shouted cheerily. "I'll need it back!" "I promise!" the little girl called out. Here was the first smile he had seen in a year. In all his time in active service, ha had rarely seen such stoicism. Leonidas waved until she was a speck on the horizon. Then he headed back to the flaming ruins of the city.
Il contesto storico
Storicamente, Salonicco è sempre stato un crocevia importante nell'Egeo settentrionale.
Proprio per questo motivo, si è trovata ad essere, a inizio '900, un melting pot di culture diverse che coabitavano pacificamente.
Greci, turchi, bulgari, balcanici, ma soprattutto una delle comunità ebraiche più importanti di tutto il Mediterraneo.
Nel 1912, l'esercito greco riesce a conquistare Salonicco e, sulla scia del primo conflitto mondiale, la Grecia riesce addirittura ad invadere la Turchia.
Dopo la fiammata iniziale, la Turchia guidata da Ataturk (peraltro nato proprio a Salonicco) riesce a respingere i greci e commette la famosa tragedia di Smirne (oggi Izmir).
Ed è proprio da qui che parte la storia de La Figlia dei Ricordi: alla fine della guerra greco-turca, un accordo bilaterale prevedeva la rilocazione di circa mezzo milione di turchi che all'epoca vivevano in Grecia, e analogamente dei greci residenti in Turchia (che però erano quasi tre volte tanto).
Salonicco diventa di colpo una città mezza svuotata dei propri residenti di origine turca e deve far posto alla maggioranza dei profughi provenienti dall'Asia Minore.
Altra destinazione che incrocia vagamente le vicende de La Figlia dei Ricordi è proprio Atene, dove esiste ancora il quartiere di Nea Smirni, proprio per la sua concentrazione di immigrati del periodo.
Dopo un periodo di lieve calma e ripresa economica, gli spettri della seconda guerra mondiale si fanno sempre più concreti, finché Salonicco cade in mano della morsa tedesca.
L'inevitabile tragedia dovuta alla rilocazione dell'intera comunità ebrea verso i campi di concentramento è l'ennesima cicatrice che la città deve subire, sebbene non l'ultima.
Chiuso anche il secondo conflitto mondiale, la Grecia diventa un campo di battaglia tra la resistenza comunista e i movimenti nazionalisti troppo spesso sostenuti dall'Occidente.
Si apre così un periodo buio di guerra civile che durerà diversi anni e durante il quale apparirà anche il regime dei colonnelli ad aggravare ancora di più la situazione.
Con la caduta del regime in simultanea con lo sbarco turco a Cipro nel 1974, si chiudono sostanzialmente gli episodi trattati nel libro.
Dopo questo periodo, Salonicco volta pagina e per fortuna comincia a risollevarsi.
I protagonisti immersi nella storia
La protagonista di questa storia è si Katerina, ma soprattutto Salonicco e le trasformazioni che l'hanno vista protagonista nello spazio di poco più di 3 decadi.
Leggere quanto una città (intesa come comunità) possa sopportare da questo punto di vista è quasi incredibile, ma io credo che ci renda turisti migliori quando andiamo a visitarla.
In fin dei conti, vivere la Grecia autentica significa saper decifrare costa stiamo vedendo. E per farlo è necessario conoscere la storia recente, in quanto è quella che vedremo sui muri della città.
Il messaggio di fondo de La Figlia dei Ricordi è, come sempre, positivo: i momenti in cui i protagonisti si trovano a condividere abitudini diverse dovute alle proprie culture sono sempre presentati come normalità assoluta.
E personalmente non faccio fatica a crederci: per 400 anni la comunità locale si è mescolata tra greci, turchi, bulgari, ebrei e chi più ne ha più ne metta. L'apertura mentale deriva proprio dall'abitudine a vivere gli uni vicino agli altri, rendendosi conto che siamo tutti umani alla fine e indipendentemente dalle nostre origini, abbiamo tutti gli stessi problemi e gioiamo degli stessi avvenimenti.
Come ti anticipavo, c'è ampio spazio per la guerra civile, però la cosa molto interessante è che è raccontata in quanto vissuta dalla parte di chi ne ha solo sentito dire.
La maggior parte dei conflitti più cruenti venivano combattuti nelle montagne o comunque lontano dai centri abitati più grandi. Ho trovo affascinante capire quale fosse il punto di vista dei protagonisti che vivevano a Salonicco, i quali avevano pochissime informazioni e spesso ottenute di rimbalzo.
Quella era la loro percezione della guerra civile, non tanto la versione dettagliata che conosciamo ora dai libri di storia. Non avere a disposizione niente più di una radio che trasmette informazioni polarizzate dal governo autoritario in carica, significa sostanzialmente non avere alcuna idea di cosa stia accadendo attorno, né tantomeno sapere se i propri cari stessero bene.
I richiami di cosa succede nelle montagne sono solo dei rumors, non c'è esperienza in prima persona, è tutto disintermediato dal rumore e dalle opinioni di chi sente da amici/parenti cosa succede.
E Victoria Hislop è sempre molto brava a raccontare la storia unicamente tramite quello che potevano conoscere i protagonisti all'epoca.
Lo stile della Figlia dei Ricordi
Il libro in generale scorre bene, purché gli sia dia il tempo necessario.
So che è una cosa che cito puntualmente per tutti i libri della Hislop, però mi ritrovo con la stessa sensazione ogni volta che ne leggo uno nuovo: leggere 5-10 pagine alla volta non ti consente di goderti il libro.
Perché?
Non ne sono sicuro. L'ipotesi che ho al momento è che le descrizioni sono dettagliate al livello di "scena" (pensa a una scena di un film) e per capirci qualcosa e farti prendere dal libro devi leggere più di una scena.
Altrimenti, leggendo solo una scena per volta, ti perdi il gusto delle connessioni nell'economia del racconto più lungo.
Quindi ho smesso di leggere la Hislop nei ritagli di tempo, non funziona proprio. Se ho almeno mezz'ora da dedicare al libro, allora bene, ma altrimenti non ne vale la pena.
A parte ciò, chapeaux a zia Victoria perché lo stratagemma iniziale (che spero leggerai) è brillante per inserire la storia di Smirne nel contesto storico di Salonicco, altrimenti sarebbe stato molto difficile introdurla nella storia.
Peraltro l'aspetto più brillante è che solo alla fine si scoprirà il perché di tutto questo espediente, quindi applauso doppio.
Cosa mi è piaciuto e cosa no
Veniamo ai pro e contro di questo libro, ovviamente secondo la mia opinione personale.
Essendo un junkie di storia, ho apprezzato davvero molto come l'autrice sia riuscita a inanellare tutti i passaggi storici raccontandone punti di vista molteplici e senza fare diventare tutto una noia mortale.
Non era facile, ma con il passo giusto a seconda delle diverse scene, ci è riuscita.
Il fatto poi che i personaggi attraversano un buon numero di drammi, ha consentito alla Hislop di svilupparli bene, conferendo a tutti il proprio arco di trasformazione.
Nota positiva personale, dopo tutta la sofferenza che leggi nel libro, il finale a lieto fine ci voleva eccome ed arriva quasi come un sollievo, dato che mi stavo già preparando ad un finale agrodolce.
Parlando di cose negative, c'è sempre il solito espediente di inserire la storia in un panino di intro ed epilogo raccontati da un vecchino/a al proprio nipote che è un po' una forzatura.
Ormai però non mi faccio turbare più di tanto, so che ogni libro è così e lo accetto 🤷♂️
Conclusione
La Figlia dei Ricordi è un capolavoro, c'è ben poco da dire.
Se ti interessa davvero conoscere la Grecia autentica, questo è un ottimo modo per farlo senza dover studiare su libri di storia. Tutto quello che è descritto corrisponde al vero, sebbene la fabula sia fiction, ma questo poco conta.
Il romanzo è verosimile.
Nella classifica dei libri di Victoria Hislop, lo metto solo dietro L'Isola e Those who are loved, ma semplicemente per un motivo di vicinanza più forte che ho verso Atene.
Al di là di classifiche varie che lasciano comunque il tempo che trovano, la cosa che apprezzo davvero in quanto lettore è questa operazione che sta facendo la Hislop nel raccontare la Grecia del '900 da diversi punti di vista geografici. La geografia sicuramente ha giocato un ruolo fondamentale sul genere di eventi temporali che in quanto greco potresti aver vissuto e sono tutte storie che incrementano le altre.
Al di là dei libri, le va riconosciuto che questa operazione è coraggiosa e racconta una storia di amore per la terra greca molto più ampia che in quanto amanti della Grecia non possiamo che apprezzare.
Dettagli del libro:
- Autore: Victoria Hislop
- Titolo: The Thread (titolo italiano boh)
- Anno di edizione: 2011
- Editore: Headline Review