Come vivere la Grecia "da locale"
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Oggi affrontiamo l’elefante nella stanza, come dicono gli inglesi.
Ovvero sia cercherò di dare una risposta alla domanda: “come vivere un’esperienza locale?”
Perché, diciamocelo, sono parole fortemente abusate al giorno d’oggi nel settore turistico.
La mission di Grecia Vera, per esempio, è quella di aiutare chiunque a vivere la Grecia più autentica, locale appunto, ma cosa diamine vuol dire questa cosa?
Per dare una risposta, serve innanzitutto decostruire cosa implichi davvero quella domanda.
É incredibile quanto cinque parole compongano una domanda così tanto complessa.
Per rispondere alla domanda di cui sopra, dobbiamo prima discernere un concetto fondamentale: cos’è un’esperienza locale?
Risolto questo problema, oltre alla risposta alla domanda sul come vivere tale esperienza, ti darò una lista di tredici spunti su come progettare le tue vacanze per andare esattamente alla ricerca di queste esperienze autentiche.
Indice
- Cos'è un'esperienza locale?
- 1. Dedica il giusto tempo alla ricerca delle attività
- 2. Vai nel posto sbagliato
- 3. Cerca i paesi piccoli
- 4. Cerca esperienze locali sul posto
- 5. Vai in posti piccoli e sconosciuti
- 6. Leggi il blog di Grecia Vera
- 7. Leggi libri
- 8. Fermati a prendere il caffè dove c’è poca gente
- 9. Scegli un periodo di bassa stagione
- 10. Cambia meta ogni volta
- 11. Impara a conoscere le peculiarità delle isole
- 12. Le esperienze locali non sono infiocchettate e non sono belle esteticamente
- 13. Impara un po’ di greco
Cos'è un'esperienza locale?
Per dare una risposta scindiamo le due parole e prendiamole in considerazione separatamente per poi capire cosa indicano quando sono congiunte.
Per quanto riguarda l’esperienza, direi che è piuttosto intuitiva. Un’esperienza è qualcosa che abbiamo vissuto e che ci ha colpito talmente tanto che ce ne ricorderemo per qualche tempo.
La seconda parte l’ho aggiunta io, però diciamo che in linea di massima è quello che vorremmo un po’ tutti quando andiamo in vacanza: una serie di avvenimenti che ricorderemo positivamente.
Questo non significa che un’esperienza negativa non la ricorderemo positivamente (come quando ti ho raccontato della mia prima volta in Grecia), però assumo che andarsele a cercare gratuitamente sia un po’ contro-intuitivo e soprattutto un modo un po’ rischioso nel lungo periodo.
La seconda parte riguarda la parola locale, e qui viene il difficile. Si perché, per definizione, tutto quello che facciamo presso la località dove stiamo trascorrendo del tempo è locale.
La verità è che usiamo questo attributo per esprimere il concetto di “cosa che fanno solo i locali”.
E qui cominciamo a scollinare su parte del problema. Perché, a questo punto, sappiamo almeno che tutto ciò che non farebbero gli abitanti del luogo possiamo definirlo come non locale.
Rimettendo insieme le due parole, un’esperienza locale è dunque un’attività che farebbero tutti coloro che ci abitano dove noi andiamo in vacanza.
Incidentalmente, tali attività sono anche quelle che i turisti tipicamente non sanno perché la conoscenza dei locali si basa su anni di esperienza collettiva e di una rete di saggezza locale a cui i visitatori non hanno accesso. Segnati questa cosa perché dopo ci tornerà molto comoda.
Direi però anche di non mantenere la visuale troppo stretta e, dato che un’esperienza è pur sempre qualcosa di strettamente personale, definirei come esperienza locale un sottoinsieme di attività che farebbero anche i locali che è compatibile con i nostri interessi (in senso ampio).
Ora possiamo tornare alla domanda iniziale: “come vivere un’esperienza locale?”
Per come la vedo io, è sufficiente dare priorità all’esperienza andando piano.
Perché questa è effettivamente la differenza tra noi e i locali: il tempo.
Quando io e te prendiamo un aereo per andare in Grecia, abbiamo in mano una bomba a orologeria, perché sappiamo che prima o poi dovremo prendere il volo di ritorno a casa. Quindi dobbiamo cercare di infilare più roba possibile nel tempo che avremo a disposizione.
Viceversa, i locali non hanno questa limitazione.
Per definizione, loro non hanno costrizioni temporali.
Se non lo vedo oggi, non importa, lo posso vedere un’altra volta. Perché tanto è vicino.
Questo è ciò che penso io ed è il frutto delle esperienze che posso dire di aver fatto da locale. Quando ti prendi il tempo per fare qualcosa come se avessi tutto il tempo del mondo, stai vivendo da locale, a prescindere da cosa stai facendo.
Altro discorso è come fare a trovare delle esperienze locali. Fear not, ho una lista di tredici spunti che ti aiuteranno nello stilare una lista di idee con cui partire.
Ma prima, c’è da fare un po’ di introspezione (e chi è Aquario come me ci sguazza nell’introspezione) e capire cosa sia davvero importante per te nell’esperienza che vorrai fare. Perché questa risposta ti aiuterà a restringere il campo di azione facendoti perdere meno tempo in fase di organizzazione.
Per esempio, a me piace avere dei bei colpi d’occhio, quasi come se fosse guardare un quadro. Sapendolo, mi prendo il tempo in macchina per fare le peggio strade e ogni tanto fermarmi a guardare. Per vedere Koufonissi dall’altro lato ho guidato per un’ora e mezza dalla Chora di Naxos, oppure mi sono preso un caffè a Corfù in mezzo alle montagne dell’entroterra a nord o ancora ho pranzato a Nas (Ikaria) con una vista che pochi altri hanno visto.
Quindi è fondamentale aver capito cosa davvero ci piace fare. Fatto ciò, scegliere le esperienze da una lista, diventa semplice.
Ma come fare a trovare delle esperienze che conoscono solo quelli del luogo?
Glad you asked, ho fatto una lista di tredici punti che sono certo ti aiuteranno.
Cominciamo.
1. Dedica il giusto tempo alla ricerca delle attività
Questo punto, in gergo tecnico, viene anche detto aiutati che il ciel ti aiuta.
Pare una banalità, ma le attività meno conosciute sono tali proprio perché la quantità di informazioni che si trova su di loro è poca. Bassa densità di informazioni, significa dunque che sono più sparpagliate per la rete.
Ergo, a meno di una botta di culo, ci vorrà del tempo a scoprire quelle pietre preziose nascoste in giro per la rete.
Quindi il mio consiglio è di partire per tempo con le ricerche. Io personalmente, appena ho deciso la meta, comincio a fare delle ricerche (come tutti). Tipicamente la prima volta non portano a nulla e lascio depositare le informazioni trovate.
Periodicamente, provo a fare delle ricerche simili e nel frattempo scopro dei dettagli nuovi per via della conoscenza che ho accumulato da tutte le ricerche fallite.
Dedica il tempo che serve, soprattutto in bassa stagione.
2. Vai nel posto sbagliato
Se tutti vanno a destra, io vado a sinistra, e viceversa.
O meglio: vado anche io a dare un’occhiata a destra perché se ci va tanta gente un motivo c’è e non voglio perdermelo. Tuttavia, se c’è vita anche da un’altra parte, voglio andare a scoprire cosa c’è da ascoltare lì.
Castelli in aria, dirai, e a ragione. Ti faccio un esempio pratico.
Santorini. La conosciamo tutti.
Ho avuto la fortuna di vederla l'ultima volta a ottobre 2020, ovvero quando c'era il 5-10% della solita quantità di turisti, ma in ogni caso ho speso la maggior parte del mio tempo proprio dove la stragrande maggioranza dei turisti non va. Sono stato a Oia al tramonto, però gli ho dedicato il tempo giusto, non di più.
Come farebbero i locali.
La gemma vera qui la si vede proprio da Oia e si chiama Thirasia, l'isola gemella di Santorini. Vuoi mettere poter vedere Santorini da quel punto di vista che peraltro conoscono in pochi perché è poco abitato?
Ti ho anche dato un consiglio gratis su cosa fare davvero a Santorini. You’re welcome 😉
3. Cerca i paesi piccoli
Simile al punto di prima ma non esattamente. Sulle isole, ma non solo, i luoghi più apprezzati dai locali stanno proprio dove non mancano i turisti.
Cosa significa?
Significa che se vai a cercare un ristorante (per esempio) in un paesino piccolo, è molto probabile che questo sia frequentato da soli locali (perché altrimenti non sopravviverebbe).
Rischi di non trovare il menu in inglese, ma chi se ne frega, tanto per fortuna c’è quel prodigio chiamato Google Translate che ci assiste in ogni situazione.
C’è anche un’altra cosa che prende il nome di “chiedere”, e che aiuta sempre.
E i greci sono parchi nell'aiutare.
Per esempio, se hai viaggiato a Paros, allora il paese che avresti dovuto scegliere per mangiare fuori una sera è sicuramente Lefkes. É in montagna, mentre tutti i turisti stanno a Naousa a intasare le viuzze. Ma loro non assaggeranno le prelibatezze locali.
Il che mi fa collegare al punto successivo.
4. Cerca esperienze locali sul posto
Chiedere è fondamentale per scoprire delle avventure che magari su internet nemmeno si trovano.
Non avere paura, chiedi. E soprattutto non avere paura a raccontare che genere di viaggiatore sei. Il greco di turno assumerà che sei uno dei tanti perché non ti conosce, ma se gli sfoderi un paio di assi facendogli capire che non sei l’ultimo arrivato, probabilmente sarà più incline a suggerirti qualcosa di interessante.
D’altra parte perché non dovrebbe/vorrebbe? Se sei un locale e sai che l’economia si affida in larga parte al turismo, perché non aiutare i visitatori a trovare ciò che cercano davvero?
Problema diverso è a chi chiedere.
Per risolvere questo, andiamo al prossimo punto.
5. Vai in posti piccoli e sconosciuti
Ci sono moltissimi operatori turistici che trovi su internet e tutti che, per poter scalare il loro business, suggeriscono sistemazioni dozzinali o comunque che non offrono nulla dell’esperienza locale.
Quello che devi fare tu è cercare in maniera intenzionale una sistemazione in un luogo più piccolo e meno frequentato. Certo, avrai vita un po' più difficile perché non avrai il forno sotto casa o il supermarket a due passi, però avrai l'occasione di vivere dove vivono davvero i locali, non nei villaggi che hanno progettato per accogliere i turisti.
Per farti un esempio, se vai ad Amorgos, stai a Tholaria o Lagada, invece che a Aegiali al porto.
6. Leggi il mio blog
Un’altra cosa che ti aiuterà è proprio quello che stai facendo in questo momento: leggere questo blog.
I miei consigli su dove mangiare e sulle esperienze locali sono solo le punte di diamante in cui mi sono imbattuto nelle mie avventure in Grecia. E ti fanno risparmiare tempo e pessime esperienze.
Senza contare che sono sempre in aggiornamento man mano che ritorno su isole già viste. Mi auguro che possano essere il punto di partenza per le tue esplorazioni.
7. Leggi libri sulla Grecia
Altra cosa che puoi fare grazie a questo blog è leggere le recensioni dei libri che ho letto io per poi andarteli a leggere anche tu.
Ma non fermarti a quello. Ognuno di noi ha delle preferenze nei libri e ce ne sono un migliaio che non ho ancora scoperto o letto. Se trovi un libro sul luogo che vuoi andare a visitare, leggilo prima di andarci.
È un esercizio che mi piace fare e che per esempio ho reiterato recentemente con il libro L’isola. Conoscere la storia di Spinalonga prima di vederla, rende l'esplorazione del tutto differente. Conoscere il dramma della storia locale mi fa comprendere ancora meglio cosa volesse dire vivere all'epoca in cui era un lebbrosario a cielo aperto.
8. Fermati a prendere il caffè dove c’è poca gente
Ti svelo un altro segreto: per riuscire a fare delle domande a un locale devi prima di tutto coglierlo in un momento in cui ha tempo.
Se speri di farti dare delle buone raccomandazioni dopo una chiacchierata al ristorante dove vanno tutti a Santorini, forse caschi male.
Quindi perché non scegliere di proposito dove fermarsi a prendere un freddo espresso? Scegli un bar dove vedi poca gente. Sarà più probabile che il padrone o chi ci lavora abbia un briciolo più di tempo da dedicarti.
9. Scegli un periodo di bassa stagione
Anche questo punto simile al precedente ma in senso temporale. Cerca di ritagliarti tempo di qualità con la decisione del quando andare in vacanza, oltre che del dove.
Non serve che ti dica che da giugno ad agosto ci vanno tutti in vacanza in Grecia.
Perché allora non andare in primavera? Magari attorno a Pasqua che è la festa più sentita dai locali? Prenderesti due piccioni con una fava perché sono pochi quelli che viaggiano in quel periodo dell’anno e ti godresti delle esperienze che per definizione non si possono vedere il resto dell’anno.
Pensa ai botides (μπότιδες) di Corfù, oppure alle battaglie di Chios. Anche solo un fine settimana potrebbe bastare, l’occasione perfetta per staccare.
10. Cambia meta ogni volta
Se stai leggendo questo blog è molto probabile che tu sia uno come me (e come noi di Grecia Mia): non torniamo mai due volte di fila nello stesso luogo.
Anche andare due volte nella stessa isola può significare battere strade diverse: fallo consapevolmente (ho scritto anche un post a riguardo se ti interessa approfondire).
Se posso, io prediligo esplorare isole e luoghi dove non sono mai stato.
Luoghi nuovi, esperienze nuove. L’equazione è semplice.
11. Impara a conoscere le peculiarità delle isole
Questo punto te lo riporto più per formalità perché se leggi questo blog significa che conosci già bene la Grecia.
Non cercare le stesse esperienze su isole diverse, perché tanto non le troverai.
Ogni isola ha una sua anima e cercarla da un’altra parte non ti porterà da nessuna parte.
Solo a Chios crescono gli alberi di mastice con cui si fa la mastìca. Perché quindi dovrei cercare la stessa cosa ad Astypalea?
12. Le esperienze locali non sono infiocchettate e spesso non sono belle esteticamente
Molto spesso, le informazioni migliori non sono all’ufficio informazioni o nella hall fighetta di un albergo.
Le trovi facendo una strada non asfaltata e senza cartelli sulla destinazione che stai cercando. E la trovi anche chiedendo a tutti quelli che ti troverai sulla strada ogni volta che la sbaglierai.
Le troverai andando a vedere posti lontanissimi dalla civiltà, come il Tempio di Apollo Epicureo nel Peloponneso.
Insomma, ogni volta che richiederà fatica e non sarà imbellettato con fiocchi, è probabile che stai per vivere un’esperienza da ricordare.
13. Impara un po’ di greco
And last but not least, una di quelle cose che ti può davvero aprire delle porte.
L’ho lasciata in fondo perché richiede molto più tempo delle altre ma i benefici sono forse maggiori di tutto il resto.
Perché?
Banalmente perché così diventi un locale, in una certa misura. Parlare greco apre sempre delle porte inattese. Abbassa le barriere difensive dei locali perché ci fa percepire come non-turisti, quindi meritevoli di accedere al pozzo di conoscenza del luogo.
A partire dal 2020 ho cominciato a studiare greco moderno e la cosa paga anche se non sono ancora fluente (almeno non al momento in cui scrivo questo post 😉).
Questa è solo la mia prospettiva, ma sono sicuro che anche tu hai la tua e mi piacerebbe parlarne nei commenti!