Omero non piange mai - Teatro Stabile Veneto - Grecia Vera

Omero non piange mai - Teatro Stabile Veneto

Roberto Cortese

Questo post in realtà l'ho scritto nel 2020, poco prima della seconda ondata di pandemia, però lo pubblico solo adesso a fine 2022.

Perché?

Semplice.

Il tempo è sempre troppo poco.

Ma fidati che ne vale la pena.

Indice

Il post originale

Si potrebbe dire che l'effetto collaterale di guardare tanti, forse troppi video riguardo alla Grecia antica mi abbia portato a conoscere questa piccola serie di due puntate messa in scena dal Teatro Stabile Veneto, chiamata Omero non piange mai.

Una mossa secondo me brillante, quella del Teatro Stabile Veneto, che in piena pandemia ci ha regalato queste due perle di drammaturgia, le quali credo vadano mostrate a tutti coloro che pensano che studiare l'Iliade e l'Odissea sia noioso.

I numeri parlano abbastanza chiari per i due video del canale YouTube: un canale che stenta ad arrivare a mille visualizzazioni per la maggior parte dei video che carica, mentre invece i racconti sull'Iliade e sull'Odissea vanno rispettivamente oltre le 155000 e 55000 visualizzazioni (al momento in cui scrivo questo post) ovvero fine estate 2020, nella mia ultima domenica in quel di Berlino prima di andare a fare un po' di vacanza ad Atene.

Devo essere sincero, ho una mezza ossessione per i poemi omerici e infatti ho già parlato in altri post del punto di vista femminile nell'Odissea, della teoria del Palazzo di Itaca esposta su Odysseus Unbound e anche de l'Isola dalla Schiena di Drago, un gran bel testo di cui ho parlato in lungo e in largo.

Sono sempre stato appassionato di epica (era una delle materie in cui andavo meglio al liceo, insieme a matematica e fisica), ma ora che ho l'opportunità di approfondire ancora di più il tema, ho scoperto di amare quel periodo che equivale sostanzialmente alla fine dell'età del bronzo.

Ovvero il periodo in cui Omero (o chi per lui) cristallizza secoli di lavoro degli aedi in giro per le corti micenee nei testi dell'Iliade e Odissea.

Mi affascina quanto questi testi vecchi di quasi tremila anni, riescano ancora ad attrarre tanta attenzione da parte nostra.

Cioè cosa possiamo avere in comune con degli abitanti del mediterraneo di tremila e più anni fa? All'epoca non esistevano alfabeti come li intendiamo noi, non esisteva la moneta, non esisteva la scrittura creativa (letteratura), non ci lega niente.

Illustrazione di soldati achei

O forse ci lega la cosa più importante di tutte.

Siamo umani noi come lo erano loro.

Questo pare un dettaglio di poco conto, ma non lo è.

Non lo è perché ci sono delle cose che ci accomunano tutti, a prescindere dal tempo storico in cui viviamo.

E quel qualcosa è quanto riesce a toccarci dentro un dramma, con la D maiuscola, ovvero una storia che segue la struttura del viaggio dell'eroe di Campbell.

Una struttura talmente potente che già anticamente era conosciuta. Eschilo, "solo" 3000 anni fa, già scriveva le sue tragedie seguendo questa struttura che ancora oggi troviamo nella cinematografia di Hollywood (per dirne una).

I due video del Teatro Stabile Veneto

E quindi cosa fa il Teatro Stabile Veneto? La cosa che sa fare meglio.

La cosa per cui esiste.

Mette in scena il dramma del pelide Achille e di Ulisse distruttore di città, mediante l'interpretazione di Andrea Pennacchi.

E lo fa togliendo tutti i fronzoli che talvolta accompagnano le rappresentazioni teatrali.

Porta in scena una versione ultraminimalista dell'Iliade e dell'Odissea, interamente narrate da un unico attore. E gli fa un grandissimo favore in questo processo di rimozione di tutto il frivolo che potrebbe circondare la rappresentazione.

Si, perché la mancanza di distrazioni non fa che esaltare le due tragedie che gli eroi attraversano.

Io non sono un esperto di recitazione quindi non mi posso pronunciare con autorità, ma da semplice spettatore posso dire che Pennacchi fa il suo dovere alla grandissima.

I momenti di pelle d'oca non mancano.

Quelli di lacrime agli occhi, ancora di meno, soprattutto nei racconti sull'Odissea.

Andrea Pennacchi riesce ad essere ironico, far ridere, far inquietare e anche a farci piangere in alcuni passaggi.

Credo che questo sia il complimento migliore che un attore possa sentirsi dire, quando eccelle nel suo lavoro di mimesi (imitazione). Che poi ovviamente, il suo lavoro porta i suoi frutti quando l'immedesimazione massima è dello spettatore, ovvero quando siamo noi che sentiamo sulle nostre spalle le scelte che hanno condotto Odisseo alla distruzione totale della sua flotta che lo aveva accompagnato a Ilio Sacra.

Un capolavoro, per quel che mi riguarda, che periodicamente riguardo perché si merita di essere rivisto.

Le colonne sonore e le illustrazioni sono complementi perfetti dell'interpretazione di Andrea Pennacchi, aggiungono al suo ottimo lavoro senza distrarre, bensì incrementando il pathos.

Ma ora basta chiacchiere e lascio spazio a questi due gioielli di YouTube.

Buona visione.

Iliade

Odissea

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