The Green Shore - Natalie Bakopoulos
Ho dovuto aspettare quasi due anni per leggere The Green Shore, il romanzo di Natalie Bakopoulos che parla del dei fatti del Politecnico di di Atene del 17 novembre 1973.
Questo perché purtroppo è un libro molto difficile da da trovare in Europa ed ho dovuto tentare quattro volte prima di riuscire a farmelo consegnare.
Per questo ho impiegato così tanto a leggerlo.
Però finalmente ce l’ho fatta.
E per fortuna il tempo che ho dovuto attendere è valso assolutamente la pena.
Ora ti racconto cosa ne penso 😉
Indice
Perché ho scelto di leggere The Green Shore
Innanzitutto il perché ho deciso di leggere questo libro.
E’ uno dei pochissimi romanzi storici che si trova in lingua inglese e che narra di uno dei periodi più bui della storia greca moderna.
Quello del regime dei colonnelli, il settennale tra il 1967 fino al 1974, in cui a guidare la nazione furono uomini di spicco dell’esercito greco (Papadopoulos, Pattakos e Ioannidis).
Il contesto storico era uno in cui molte potenze occidentali, onde evitare il rischio che la Grecia cadesse sotto la sfera di influenza sovietica, preferirono appoggiare un regime totalitario.
Essendo un periodo di storia così recente e così tragico, la ferita è ancora aperta nella coscienza storica greca: per questo è uno di quelli che difficilmente viene descritto e soprattutto quando si parla di romanzi storici, gli unici disponibili sono in greco.
Come ti anticipavo, il libro si focalizza sull’intera evoluzione della cosiddetta junta, cioè del regime, dalla sua alba col colpo di stato del 21 aprile 1967, fino al suo (quasi) tramonto con i fatti del Politecnico.
In buona sostanza quello che accadde il 14 novembre 1973 è che gli studenti del politecnico di Atene occuparono l'ateneo come protesta all'acuirsi delle condizioni in cui versava il paese.
Ma mano che i giorni passavano, anche la popolazione civile supportò questa rivolta come reazione appunto all'oppressione del regime che al momento vedeva in carica al colonnello Papadopoulos.
I fatti del politecnico si conclusero in maniera tragica con la morte di circa 24 persone, in una conclusione inaudita in cui l'esercito entrò con dei carri armati dentro all'ateneo per stanare gli occupanti.
Ancora oggi se passi su Patision (Viale 28 Ottobre), davanti al politecnico di Atene puoi vedere i monumenti in memoria delle vittime del 17 novembre 1973, tra cui anche l’esatto pezzo di cancello che fu abbattuto giù proprio dal carri armati.
Il libro
Vediamo ora al libro in sé e per se.
Ovviamente come sempre non ti darò nessuno spoiler, ma solo la mia opinione.
In generale The Green Shore prende il punto di vista del cittadino ateniese medio che si è svegliato il 21 aprile del 1967 e di colpo si è visto l'esercito in città, con spostamenti tra quartieri sostanzialmente bloccati.
Punto a favore quello di non descrivere in maniera omniscente.
L’intero libro è racchiuso da questi due eventi che sono forse i più importanti per la democrazia greca dopo la seconda guerra mondiale.
Durante questi sette anni seguiamo la storia di una famiglia ateniese che viveva a Chalandri, i cui membri si trovano a dover affrontare scelte diverse per quanto riguarda la loro vite.
Alcuni di loro decideranno di fermarsi e affrontare la situazione, altri volteranno le spalle a quello che sta succedendo e altri ancora saranno costretti a emigrare.
E qua veniamo a un punto critico, ovvero sia che di tutte le storie che si sviluppano, nessuna si compie davvero.
Le premesse per un’evoluzione del protagonista c’è sempre ma in realtà poi pare sempre che queste storie restino quasi mozzate.
Quasi come se non avessero il coraggio di completarsi.
In ognuna si trova quel piccolo nucleo drammatico, che però alla fine non si risolve mai, se non per Anna.
Forse l’unica che alla fine risolve il suo conflitto interiore.
Le storie degli altri protagonisti sono delle occasioni mancate.
Per come la vedo io sono utilizzate più per coprire il più possibile quello che accadeva nell’underground rivoluzionario (ma nel senso più ampio possibile di contrapposizione al regime) di Atene.
Il che di per se è molto interessante, però non da giustizia ai personaggi del libro.
Un'altra cosa che non ho del tutto apprezzato è che queste storie siano state troppo troppo lineari.
Ci sono lunghi tratti del libro in cui si parla quasi esclusivamente di un personaggio persona e nient’altro.
Quasi come se fossero sotto vuoto.
Mi sarei aspettato una un intreccio un pochettino più complesso e non un un evolversi rettilineo di tutte le storia, anche perché la crescita interiore deriva necessariamente dal confronto con le situazioni in cui gli altri membri della famiglia si trovano ad affrontare nello stesso momento.
Invece questa dimensione di contemporaneità sparisce un po’. Accade sempre una cosa dopo l’altra.
Boring.
Altro punto che mi preme: la protagonista vera di questo libro dovrebbe essere Atene, anche se poi in realtà per almeno una metà abbondante è Parigi!
Anche qui, il punto di vista di un expat dell’epoca è molto interessante e totalmente apprezzato, ma forse dedicare quasi metà libro ad una story line che si chiude con un pugno di mosche dal punto di vista drammatico è troppo.
Ancora una volta perché? Semplicemente perché ci sono molti racconti della morte di Seferis, il famoso poeta.
Un po’ poco per quel che mi riguarda.
Infine, tutto questo build up di tensione, dovrebbe eruttare poi nella scena chiave di tutto il libro, ovvero i fatti del Politecnico.
Cosa che occupa 10 pagine cagate.
Perdona il francesismo.
E peraltro l’autrice se la cava perché l’unica che partecipa alla rivolta del Politecnico, sviene praticamente subito e di ciò che è successo dentro ai cancelli dell’Ateneo non ne sappiamo niente.
Davvero un’occasione persa secondo me.
L’Atene dei “colonnelli”
A dire il vero, dentro a The Green Shore c’è un po’ poco della vita di tutti i giorni di Atene.
Dopo un inizio in cui la dovizia di particolari è assolutamente ricca, la città pare sparire quasi.
Come se di colpo si tornasse all’oasi felice in cui ci si muoveva prima del colpo di stato.
Παράξενο. Strano.
Che poi Atene dovrebbe essere la protagonista vera del romanzo, quindi per questo sono rimasto un po’ interdetto nel leggere poco riguardo al mutamento della città.
L’unica oasi felice è stata la descrizione di uno dei discorsi più famosi fatto da Papadopoulos di fronte a una marea di studenti costretti a presentarsi in uniforme allo stadio Panatinaikos (Kallimarmaro).
E poi ho scoperto che di questo episodio ne hanno parlato in lungo e in largo un sacco di storici, quindi l’autrice ha potuto attingere a piene mani da cose già scritte.
Però a parte questo, Atene non la si percepisce quasi mai.
E personalmente faccio fatica a credere che non sia minimamente cambiata durante quel settenato.
Questa è sicuramente una cosa su cui l’autrice avrebbe potuto lavorare meglio, almeno dal mio modesto punto di vista.
Qualcosa che è riuscito molto meglio (sempre secondo me)a Victoria Hislop nel suo Those Who Are Loved, in cui, sempre seguendo le vicende di una famiglia, si arriva al culmine del dramma proprio nei fatti del Politecnico.
Lo stile del libro
In generale il libro è abbastanza scorrevole e si legge con semplicità. Pur non essendo uno specialista di stile inglese, posso dire che il libro si lascia leggere e non è arzigogolato come altri che ho letto in passato (zia Mary Renault, sto parlando con te).
Come ti anticipavo, è scritto solo in inglese e dubito che verrà mai tradotto, ma se sei un po’ avvezzo con la lingua, probabilmente ti consiglio di provare a leggerlo.
Le citazioni all’inizio di ogni sezione sono sempre tratte da composizioni poetiche dell’epoca oppure da versi poi messi in musica da musicisti greci della tradizione della canzone popolare (il λαικό τραγούδι).
Anche la lunghezza relativamente corta di ogni capitoletto aiuta molto la lettura, almeno personalmente, perché da una chiusura ad ogni singolo episodio che compone il libro in maniera più ampia.
Io personalmente odio i libri senza capitoli oppure con capitoli lunghi 50-100 pagine perché non mi aiutano per niente a spezzettare la lettura, e purtroppo non sono uno che riesce a leggere per ore e ore di fila, anzi.
Conclusione
In conclusione, The Green Shore è un libro che ti consiglio assolutamente soprattutto se ti interessa approfondire in maniera più leggera la storia contemporanea greca e di Atene, soprattutto di questo periodo abbastanza recente.
Armati di pazienza per trovare il libro, ma una volta che riuscirai a trovarlo, vedrai che sarà una lettura che ti aprirà nuove prospettive su ciò che hanno dovuto vivere i Greci.
Libri simili che potrebbero interessarti
Nel caso poi volessi approfondire altri temi legati al periodo storico della Junta, ti consiglio:
- Il mio tour di storia moderna, nel quale ti parlo a lungo dei fatti del regime dei colonnelli e dove vedremo in prima persona i luoghi del Politecnico
- Il post che ho scritto proprio sui fatti del 17 novembre 1973
- L’episodio del podcast dove Natalie Bakopoulos racconta alcuni retroscena del libro interessanti
Dettagli del libro:
- Anno di edizione: 2012
- Editore: Simon and Schuster
- Titolo: The Green Shore
- Autore: Natalie Bakopoulos