Politecnico di Atene 17-11-1973 - Grecia Vera

Politecnico di Atene 17-11-1973

Politecnico: l'inizio della fine

I fatti del Politecnico di Atene del 1973 sono una chiave di volta nella storia contemporanea greca. Uno di quei momenti che segnerà per sempre il destino di una nazione.


Ne leggi dappertutto durante il giorno della celebrazione ufficiale, cioè il 17 novembre, però come siano andate le cose davvero non è cosa troppo conosciuta.

Siccome amo la storia greca, oggi ho deciso di fare un piccolo sunto e darti come sempre la mia opinione a riguardo, oltre a diversi spunti per approfondire le vicende storiche.

A mio modo di vedere, il motivo per cui ancora oggi guardiamo ai fatti del Politecnico con tanto interesse è perché in realtà è proprio qui che iniziò la fine della junta (χούντα in greco), ovvero sia il settennale del regime dei colonnelli.

Peraltro, se passi da Atene e vuoi approfondire questo episodio assieme a molti altri della storia greca recente, ho un tour interamente dedicato alla storia greca moderna, dove ti racconto tutte le vicende che hanno portato la Grecia ad essere ciò che è ora. 

Τώρα πάμε!

Indice

Da dove tutto è cominciato

E' il 21 aprile del 1967 quando inizia uno degli incubi greci più lunghi.

Nella notte, un gruppo di militari capeggiato dal colonnello Georgios Papadopoulos porta a termine con successo un colpo di stato, instaurando così un regime di dittatura e rigettando la Grecia indietro di vent'anni per certi versi.

Sono anni di stagnazione, oltre che di carenza di libertà.

La Grecia nel secondo dopoguerra ha fatto sicuramente più fatica dell'Italia e degli altri paesi europei distrutti dalla guerra. Non è un paese che è ritornato a camminare sulle proprie gambe, anzi.

La Grecia degli anni Cinquanta è un paese ancora dilaniato dalle ferite guerra civile (1946-49) che ha messo di fronte le frange comuniste (supportate dai partigiani jugoslavi) contro le forze monarchiche, peraltro supportate dalla Gran Bretagna e dagli Stati Uniti.

Si perché, in Grecia, c'è ancora il re.

E ci sarà proprio fino al 1973, anno in cui si svolgono i fatti di cui ti parlo oggi. Vero, il re a sua volta non vedeva di buon occhio la junta e provò a rovesciarla una volta, anche se con scarso successo.

Ad ogni modo, saltiamo a inizio anno, ovvero al 21 febbraio 1973.

Questa resta negli annali la data del primo accenno di opposizione al regime, messo in atto dagli studenti di legge dell'Università di Atene, proprio quella a due passi da Syntagma, la piazza del Parlamento greco.

Con la manifestazione, i ragazzi si ribellavano alla coercizione recentemente promulgata a scapito di giovani riottosi dentro le file dell'esercito, il che avrebbe significato che 88 studenti avrebbero dovuto servire presto in maniera forzosa.

Questo fu in qualche modo l'antipasto per gli studenti: un giorno in cui qualcosa cominciò a muoversi. Capirono che si poteva fare e che la junta poteva essere rovesciata, sebbene fosse ancora molto pericolosa.

Giornale Makedonia

I fatti del 17 novembre 1973

E ora saltiamo al 14 novembre 1973, ovvero giorno in cui i ragazzi del Politecnico mettono in piedi una protesta occupando l'ateneo appunto.

Al grido di "Pane, educazione, libertà" scendono per le strade della capitale e cominciano a mettere in piedi quello che diventerà uno degli atti finali del regime.

Durante il secondo giorno, spesso chiamato giorno della celebrazione, moltissimi ateniesi si presentano di fronte ai cancelli del Politecnico in segno di sostegno per ciò che gli studenti universitari stanno facendo.

Fedeli all'ideale della non belligeranza, sembra andare tutto bene con questa protesta pacifica, almeno fin quando la junta non decide che è ora di farla finita.

Una manifestazione che si protrae per diversi giorni è imbarazzante per un regime del genere. Non può proseguire oltre, altrimenti minerebbe la credibilità del regime stesso.

E infatti durante il terzo giorno, diversi cecchini appostati tutto attorno all'ateneo cominciano a sparare e uccidere. A fine giornata sono almeno 24 i civili uccisi, oltre a decine di feriti.

Nonostante ciò, gli universitari non mollano e cominciano a barricarsi dentro al Politecnico, facendo leva sul cosiddetto asilo universitario, ovvero il principio secondo cui chiunque venga accolto dentro a un ateneo non possa diventare oggetto di violenza.

Ma il colonnello Papadopoulos la pensa diversamente.

Nella notte del 17 novembre, da l'ordine di entrare con la forza e reprimere la ribellione con ogni mezzo necessario.

Alle 3 della notte, un carro armato AMX 30 sfonda i cancelli del Politecnico e le forze di polizia, di concerto con l'esercito, entrano a stanare tutti gli studenti rivoltosi.

Gli universitari hanno la peggio, ma sono riusciti in una cosa fondamentale: mostrare al mondo la vera faccia della junta, specialmente a quelli che la sostenevano politicamente.

Ingresso del carro armato al Politecnico

Sono riuscito a trovare questo video su YouTube con tante delle immagini riprese in quei giorni convulsi e soprattutto che riportano l'audio originale degli spari, dei cori degli studenti e dell'estremo tentativo al megafono per invitare i "fratelli" dell'esercito a non violare il Politecnico.

Un documento toccante e molto forte.

Le conseguenze dei fatti del Politecnico

Nell'immediato periodo dopo la repressione, Papadopoulos è accusato dei metodi esagerati e viene deposto a favore del brigadiere Dimitrios Ioannidis, altra faccia molto nota del regime dei colonnelli.

Regime che peraltro non durerà molto, come ti anticipavo prima, perché proprio in questo caso cominciò a mostrare le prime crepe che poi si sarebbero aperte definitivamente nel tentativo di colpo di stato a Cipro nell'aprile del 1974.

Te ne parlo in una pagina dedicata di quegli eventi, ma sono in buona sostanza gli antesignani dell'invasione turca di Cipro, anche raccontata nel libro L'Aurora di Victoria Hislop (di cui ho scritto qui).

Foto della folla di fronte all'ateneo

Ma perché la Grecia è sempre stata prona a regimi di destra?

Ancora oggi, il 17 novembre ci sono manifestazioni ufficiali per ricordare uno dei punti più bassi della storia moderna greca. La cosa che non tutti sanno è che spesso le manifestazioni si infiammano davanti all'ambasciata americana di Atene (oltre che nel quartiere di Exarchia ovviamente, a due passi dall'ateneo).

Questo perché all'epoca l'appoggio degli Stati Uniti, sebbene spesso nella forma di "guardare dall'altra parte", era una cosa che i greci si sarebbero segnati e portati con loro per sempre.

Il che mi porta alla domanda dell'inizio di questo paragrafo: come mai la Grecia ha avuto queste derive verso la destra estrema supportate addirittura dalle potenze mondiali?

C'è innanzitutto da mettere il paese nel contesto storico delle vicende.

Siamo in piena guerra fredda e proprio al confine con la Jugoslavia, ovvero il fronte del blocco sovietico in Europa. La Grecia è peraltro uno stato che si è sempre sentito in parte balcanico, quindi il rischio che passasse alla "concorrenza" sovietica era molto forte, oltre che inaccettabile per Stati Uniti e Regno Unito.

Ecco perché spesso, purtroppo, si è preferito restaurare la monarchia, combattere le forze comuniste durante la guerra civile e addirittura supportare l'instaurazione di un regime di dittatura mentre nel resto del mondo la democrazia prendeva piede.

Ma la democrazia è (almeno per l'Occidente) un po' come l'entropia: può solo andare in una direzione.

E' inevitabile. O almeno è quello che mi piace pensare da buon romantico.

E quindi si può provare in tutti i modi a costringerla, ma prima o poi arriverà.

Folla durante la manifestazione di fronte al Politecnico di Atene

Per approfondire

Se ti interessa approfondire ulteriormente l'argomento (e io spero di si a questo punto), ci sono diversi spunti che ti consiglio caldamente:

E ovviamente se hai altre cose da suggerirmi, fammelo sapere nei commenti!

Torna al blog

Lascia un commento

Si prega di notare che, prima di essere pubblicati, i commenti devono essere approvati.