6 dicembre 2008 - Alexandros Grigoropoulos - Grecia Vera

6 dicembre 2008 - Alexandros Grigoropoulos

Roberto Cortese
Alexandros Grigoropoulos

La morte di Alexandros Grigoropoulos il 6 dicembre del 2008 ad Exarchia (Atene) è stata definita dal quotidiano Kathimerini come "il giorno peggiore dal 1974".

Già questo ti da un'idea della magnitudo dell'evento accaduto quel giorno.

Oltre alla tragedia, questo è un evento molto più stratificato di quello che si possa pensare, molto più complesso.

Cerchiamo di capire la portata dell'evento con il post di oggi

Indice

6 Dicembre 2008: La Morte di Alexandros Grigoropoulos

Il 6 dicembre 2008, Atene venne scossa da un evento che avrebbe cambiato per sempre il volto del quartiere di Exarchia e, più in generale, della società greca.

Alexandros Grigoropoulos, un ragazzo di soli 15 anni, venne ucciso da un proiettile sparato da un poliziotto, Epaminondas Korkoneas, durante un normale sabato sera.

Il contesto?

Un alterco apparentemente banale tra un gruppo di adolescenti e una pattuglia di polizia.

Ma quel colpo esploso nelle strade di Exarchia non fu solo la fine tragica di una giovane vita: fu la scintilla che accese un’esplosione di rabbia sociale che stava ribollendo da diverso tempo.

scontri ad Exarchia nel 2008

Un Paese in Crisi: La Grecia tra Collasso Economico e Rabbia Sociale

L’omicidio di Alexandros non avvenne in un vuoto politico o sociale.

Era il 2008, e la Grecia si trovava sull’orlo di una delle più gravi crisi economiche della sua storia recente.

Il malcontento era palpabile: la disoccupazione giovanile schizzava alle stelle, i tagli ai servizi pubblici colpivano duramente le fasce più deboli, e la corruzione dilagava.

E in tutto questo, il governo fino a qualche mese prima si bullava che "i soldi ci sono" (di non preoccuparsi di alcuna crisi insomma).

E' sempre anche la Grecia uscita dalle Olimpiadi del 2004, che però hanno lasciato un'eredità economica più pesante di quello che ci si aspettava.

In questo scenario, Exarchia rappresentava già da tempo un simbolo di resistenza e dissenso, un quartiere noto per il suo spirito anarchico e la forte presenza di movimenti di sinistra.

Almeno dai tempi dei fatti del Politecnico del 17 novembre 1973, Exarchia è sempre stata il centro della manifestazione del malessere popolare.

La morte di Grigoropoulos fu percepita come l'ennesimo atto di abuso da parte di uno Stato sempre più repressivo e distante dai suoi cittadini.

Le proteste che seguirono furono immediate e violente: intere strade furono messe a ferro e fuoco, negozi saccheggiati, e scontri con la polizia divamparono in tutto il paese.

Ma queste manifestazioni erano molto più di un semplice atto di rabbia per l’omicidio di un adolescente: rappresentavano un urlo collettivo contro un sistema che aveva tradito un’intera generazione.

Exarchia Oggi: Il Ricordo Vivo di una Lotta

La notte del 6 dicembre 2008 a Exarchia

Da allora, ogni anno il 6 dicembre, Exarchia si trasforma in un campo di battaglia simbolico.

Ma nemmeno poi troppo simbolico.

Nel caso tu passi da Atene in questo periodo dell'anno, io ti consiglio di stare lontano sia da Omonoia che da Exarchia perché le proteste sfociano velocemente in scontri con la polizia, quindi meglio evitare.

Le manifestazioni per commemorare Alexandros Grigoropoulos sono diventate una tradizione, ma anche un’occasione per riflettere sullo stato della democrazia e delle libertà civili in Grecia.

Ancora oggi, il quartiere rimane un luogo di tensione, con una massiccia presenza di forze dell’ordine e gruppi di manifestanti pronti a sfidarle.

Anche in occasione della costruzione della nuova linea della metropolitana, a Exarchia ci sono stati disguidi. E ci sono ancora.

Ciò che resta di quella fatidica notte del 2008 è un paese profondamente segnato, ma anche una società che non ha mai smesso di interrogarsi sul rapporto tra cittadini e istituzioni.

L'omicidio di Grigoropoulos non è solo un fatto di cronaca, ma un simbolo di lotta per i diritti, contro l'abuso di potere e per la giustizia sociale.

E ogni anno, tra le vie strette e murales di Exarchia, quel ricordo viene rinnovato, tra lacrime, slogan e una rabbia che sembra non voler mai sbiadire.

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